Le pietre di Stonehenge imbrattate di polvere colorata per una protesta ecologista
Mercoledì due attivisti di Just Stop Oil, un gruppo ecologista britannico che chiede di smettere di usare combustibili fossili, hanno spruzzato della polvere arancione su alcune delle pietre di Stonehenge, il celebre complesso preistorico che si trova sull’altopiano di Salisbury, nel Regno Unito, e che attrae ogni anno centinaia di migliaia di turisti da tutto il mondo. Per giovedì sono previste nel sito archeologico le annuali celebrazioni per il solstizio d’estate, e dunque i segni della protesta saranno visibili dalle moltissime persone in visita.
Il gruppo ha detto che il materiale usato per la protesta è farina di mais colorata, che dunque verrà via con facilità: uno studioso intervistato dalla BBC News ha detto che comunque ogni danno sulla superficie di queste pietre è «preoccupante» perché rischia di danneggiare le moltissime tracce che restano ancora da studiare. I due attivisti sono comunque stati arrestati: sono un uomo di 73 anni e un ragazzo di 21 anni. Quest’ultimo ha rivendicato il suo gesto dicendo che «restare inerti per generazioni funziona bene per le pietre, e non per le politiche per il clima».
Questa azione rientra nella più ampia tendenza degli attivisti per il clima a organizzare proteste di questo tipo danneggiando (anche solo in modo temporaneo o tutto sommato innocuo) opere d’arte e siti famosi. Negli ultimi due anni in Italia sono diventati noti gli attivisti di Ultima Generazione, che compiono gesti simili per quanto le loro proteste siano diventate col tempo meno radicali: l’ultima loro azione di questo tipo risale a poco dopo lo scorso Natale, quando imbrattarono con vernice arancione idrosolubile l’albero di Natale sponsorizzato da Gucci nella galleria Vittorio Emanuele II, in centro a Milano.
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