Un attivista ambientalista si è incollato la testa al vetro che protegge la “Ragazza con l’orecchino di perla”
Giovedì un attivista del gruppo ambientalista Just Stop Oil ha incollato la propria testa al vetro che protegge il celebre dipinto del pittore olandese Jan Vermeer “Ragazza col turbante” – meglio conosciuto come “Ragazza con l’orecchino di perla” e conservato al museo Mauritshuis dell’Aia, nei Paesi Bassi – per richiamare l’attenzione sulla crisi climatica. Un altro attivista che era con lui gli ha versato addosso il contenuto di quella che sembra una lattina di salsa di pomodoro e poi a sua volta ha incollato la propria mano sinistra al muro su cui è appeso il dipinto. Il museo ha fatto sapere che il quadro non è stato danneggiato; la polizia ha detto di aver arrestato tre persone in relazione all’evento, ma non ha fornito ulteriori dettagli.
NOW – Attack on Johannes Vermeer's famed "Girl with a Pearl Earring" painting at a museum in The Hague.pic.twitter.com/N9OgTEnYvb
— Disclose.tv (@disclosetv) October 27, 2022
Negli ultimi tempi gli attivisti di alcuni gruppi ambientalisti hanno cominciato a prendere di mira opere d’arte anche molto famose per attirare l’attenzione su varie cause legate al cambiamento climatico. Due settimane fa due attiviste di Just Stop Oil avevano lanciato della zuppa di pomodoro sul celebre dipinto i “Girasoli” di Van Gogh nella National Gallery di Londra, mentre domenica due membri del gruppo tedesco Letzte Generation (“Ultima generazione”) hanno imbrattato con del purè di patate un quadro di Monet nel Museo Barberini di Potsdam, in Germania. A luglio un gruppo di attivisti si era incollato al vetro che protegge “La Primavera” di Sandro Botticelli agli Uffizi di Firenze, mostrando poi uno striscione con le scritte «No gas, no carbone».
Uno dei due attivisti che giovedì si sono incollati al dipinto di Vermeer si è rivolto ai visitatori presenti in sala e ha detto: «Come vi sentite quando vedete qualcosa di stupendo e inestimabile che sembra venire distrutto davanti ai vostri stessi occhi? È la stessa sensazione di quando vedete il pianeta che viene distrutto».
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