Se non ci saranno le Olimpiadi a Roma forse dipende anche dal meccanico, dal fruttivendolo e dall’edicolante di Di Battista
Il deputato e dirigente del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista ha raccontato nel suo nuovo libro Meglio liberi un episodio precedente alla decisione di opporsi alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, una scelta dell’amministrazione del M5S guidata dalla sindaca Virginia Raggi che fu criticata da molti, a partire dal Partito Democratico.
Nel libro Di Battista dice che, pur essendo sempre stato contrario alle Olimpiadi, inizialmente credeva che dovessero essere i cittadini romani a decidere. Così chiamò il suo meccanico di fiducia, Massimo, dicendogli «scherzando, ma neppure troppo» che dovevano prendere una decisione. Il meccanico radunò una decina di persone, tra cui un fruttivendolo, un edicolante e un pensionato, che si dissero subito contrarie alle Olimpiadi, adducendo varie motivazioni che si riferivano ai debiti della città, alle altre priorità e all’affidabilità delle persone che avrebbero gestito il progetto.
Di Battista scrive che dopo il colloquio con quello che lui chiama il suo “soviet personale” mandò un messaggio a Virginia Raggi con scritto: «Sulle Olimpiadi nessuna esitazione, linea durissima. La stragrande maggioranza dei romani sta dalla nostra parte».
Se Roma non avrà le Olimpiadi nel 2024 lo dobbiamo al meccanico, l’edicolante e al fruttivendolo di Di Battista. pic.twitter.com/KkSeLTCPkb
— Edoardo Buffoni (@EdoardoBuffoni) November 24, 2017