Professione parente
Sembra sopita ogni polemica tra Antonio Ingroia, ex allievo di Paolo Borsellino, e Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo Borsellino e di professione «attivista» in virtù del suo «Movimento delle agende rosse» dedicato alla ricerca della verità sulla morte di Paolo Borsellino. Dopo aver rifiutato il posto di capolista al Senato, Salvatore Borsellino aveva suggerito a Ingroia di mettere in lista anche il giovane Benny Calasanzio Borsellino, ex candidato Idv alle regionali del Veneto, collaboratore del Fatto Quotidiano e dell’eurodeputata Idv Sonia Alfano, figlia di Giuseppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia nel 1993. Benny Calasanzio Borsellino è anche coautore di un libro-intervista a Salvatore Borsellino in cui quest’ultimo parla del fratello Paolo Borsellino, ed è nipote, sempre Benny, di un altro Paolo Borsellino trucidato dalla mafia: non il magistrato, ma un omonimo pure lui ucciso in Sicilia negli anni Novanta, come ricostruito dal fratello di Paolo Borsellino (il secondo) che si chiama Pasquale Borsellino. Resta che Ingroia, alla fine, ha proposto di mettere Benny Calasanzio Borsellino in fondo alla lista sicché Salvatore Borsellino per protesta si è ritirato da capolista al Senato, sostituito da Sandra Amurri, ex candidata Idv, collaboratrice del Fatto Quotidiano, testimone del processo sulla «trattativa» istruito da Antonio Ingroia, autrice del libro «L’albero Falcone» nonché consulente della Fondazione «Giovanni Falcone e Francesca Morvillo», quest’ultima moglie di Falcone e magistrato ucciso dalla mafia assieme a lui, nonché sorella di Alfredo Morvillo, magistrato legato a Gian Carlo Caselli e al Fatto Quotidiano, procuratore antimafia a Termini Imerese e al centro di una polemica, quattro anni fa, quando a Marsala al suo posto fu nominato procuratore capo Alberto Di Pisa, a suo tempo accusato di essere il «corvo» che scrisse lettere anonime contro Giovanni Falcone. Alla Camera, invece, il capolista in tutte le circoscrizioni siciliane sarà lo stesso Ingroia, ex allievo di Paolo Borsellino, mentre al secondo posto nel collegio occidentale ci sarà Giovanna Marano che alle regionali era stata sostituita da Claudio Fava, figlio di Giuseppe Fava, giornalista ucciso dalla mafia nel 1984; al secondo posto nel collegio orientale ci sarà invece Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, politico ucciso dalla mafia nel 1982. In lista anche il magistrato Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici, magistrato ucciso dalla mafia nel 1983.
Salvatore Borsellino, successivamente, a seguito di una polemica sull’abitudine di Ingroia di citare spesso Falcone e Borsellino, si era limitato a dire che il nome di suo fratello, Paolo Borsellino, doveva restare fuori dalla campagna elettorale. Più dura con Ingroia, rispetto a Salvatore Borsellino, era stata Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone ed ex candidata al Parlamento europeo per il Pd: la donna, già presidente della citata Fondazione Falcone, aveva esplicitamente accusato Ingroia, da ex allievo di Paolo Borsellino, di sfruttare il nome di Giovanni Falcone per cercare consensi, suscitando la rabbia di Ingroia che aveva replicato che anche lei aveva sfruttato il nome di Giovanni Falcone, ma era stata trombata alle Europee. Per quanto riguarda il nome di Paolo Borsellino, invece, è stato fatto notare che Ingroia per lungo tempo tempo ha indagato sulla morte del suo ex maestro Paolo Borsellino (Ingroia è stato suo allievo) a margine dell’inchiesta sulla «trattativa», che si basava anche sulle testimonianze di Agnese Borsellino, moglie di Paolo Borsellino e madre di Manfredi Borsellino, quest’ultimo apprezzato testimone della gesta di suo padre e attaccante della nazionale magistrati, anche se è commissario di Polizia a Cefalù. Distante da ogni polemica si era opportunamente tenuta Rita Borsellino, sorella di Paolo Borsellino e parlamentare europeo del Pd, mentre la delicatezza dell’argomento aveva suggerito silenzio persino a Sonia Alfano, solitamente loquace europarlamentare dell’Idv e citata figlia di Giuseppe Alfano, ucciso dalla mafia prima che Sonia Alfano ottenesse l’assunzione diretta alla Regione Sicilia in virtù della normativa in favore dei familiari delle vittime di mafia; accadeva, va precisato, prima che Sonia Alfano s’incatenasse davanti alla Prefettura di Palermo per chiedere l’equiparazione tra le normative per i familiari delle vittime della mafia e le normative per i familiari delle vittime del terrorismo (2007) e accadeva, va pure precisato, prima che la medesima Sonia Alfano fondasse la «Associazione Nazionale Familiari Vittime di mafia» (2009) nello stesso anno in cui partecipava all’organizzazione delle manifestazioni delle Agende Rosse assieme a Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino.