Quando andrà in carcere Sallusti
Aggiornamento
Accade l’incredibile. L’estratto giuridico sulla sentenza Sallusti – quello che, di norma, per una persona nelle sue condizioni, impiega anche anni a viaggiare da Roma a Milano – è già arrivato a Milano. Non solo: il pm ha già firmato il relativo ordine di esecuzione-sospensione, anche se a Sallusti non è ancora stato fisicamente consegnato e quindi non hanno ancora cominciato a decorrere i famosi 30 giorni.
Ho fatto ulteriori verifiche: siamo di fronte a qualcosa di più di una corsia di sorpasso ad personam: siamo a un record di velocità che per l’Italia è da Guinnes. Per una diffamazione.
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Ho fatto una micro-inchiesta (muovendomi a Milano e telefonando a Roma) per comprendere quando Alessandro Sallusti potrebbe finire seriamente in carcere.
Data della condanna definitiva (a 14 mesi) da parte della Cassazione: 26 settembre scorso.
Tempo che l’estratto giuridico impiegherà per passare dalla Cassazione alla Procura di Milano: diversi mesi – sino a un anno – perché il criterio è progressivo e c’è molto arretrato; se Sallusti fosse stato già in carcere, l’estratto avrebbe impiegato 3 o 4 giorni.
Tempo che impiega mediamente l’ufficio posta della procura di Milano – una volta giuntogli l’estratto giuridico dalla Cassazione – per spedire la notifica a un «libero» e cioè a uno come Sallusti: altri due anni; se fosse stato un galeotto, due mesi.
Tempo di ulteriore sospensione della pena dal momento in cui Sallusti ricevesse fisicamente la notifica: altri 30 giorni – i famosi 30 giorni, gli unici di cui i giornali parlano – esclusi dunque i tempi morti dell’ufficio notifiche.
Periodo, in definitiva, in cui Sallusti finirà in galera se andrà male, cioè bene per lui: fra tre anni. Mentre se andrà bene, cioè male per lui, se cioè in Cassazione e alla procura di Milano s’impegnassero «ad personam», ci vorrebbero comunque diversi mesi.
Ora: io non capisco perché nessuno lo scriva e perché tutti scrivano, ogni volta, che la carcerazione di Sallusti sarebbe imminente. Si direbbe che i giornali, a forza di scrivere genericamente dei tempi della giustizia, nel concreto, non sappiano di che scrivano.