La famiglia a valvole
Molto interessante, ieri, a Milano, il forum dedicato alla famiglia anni Cinquanta: soprattutto molto in linea coi tempi. Sembrava uno di quei film del Dopoguerra con Gregory Peck, solo che in questo c’era Giovanardi. Partecipava in primis quel «Forum delle associazioni familiari» che si è permesso di eccepire sulla presenza del Presidente del Consiglio e che è, in sostanza, un movimento politico legato alla vecchia Cei di Camillo Ruini, roba in parte pagata col nostro 8 per mille versato alla Chiesa: è lo stesso movimento che contribuì a formare il comitato che boicottò il referendum sulla simpatica Legge 40, quella che il mondo non ci invidia e che le corti di tutto il Paese stanno giustamente demolendo.
Molto appropriato anche l’invito del sottosegretario Eugenia Roccella che ha ritenuto di dover specificare che gay e trans erano i benvenuti, come fanno certi cartelli coi cani fuori dai negozi. Mirabolanti e inimmaginabili anche le novità evidenziate dal Forum: i matrimoni calano, i figli pure. Fermate le rotative.
I matrimoni calano, già. L’unica cosa da fare – hanno spiegato Carlo Giovanardi e Maurizio Sacconi, sottosegretario al welfare e ministro della Sanità – è creare un nuovo fisco che premi le famiglie tradizionali, ma solo quelle che facciano figli, appunto. Un’idea nuova che in effetti non risale agli anni Cinquanta ma direttamente al Fascismo. Dopodiché il Forum ha proseguito cedendo la parola alle istanze libertarie e progressiste del Paese: ha parlato l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi.
Più tardi ancora, spenta la tv a valvole, si tornava nel mondo reale – cinquant’anni dopo, a colori – laddove la maggioranza delle coppie di conviventi, in Italia, non sono persone che si vogliono sposare: ma che non riescono a risposarsi. Non sono ovviamente coppie di omosessuali, visto che da noi non possono sposarsi essendo il nostro il paese più arretrato d’Occidente, e non si tratta neppure di coppie che per scelta o ragioni ideologiche (quali, poi) rifiutano di regolarizzarsi con un contratto legale già esistente, ciò che è il matrimonio. Macché. Sono coppie da anni impaludate in separazioni e divorzi che prevedono tempi ancora lunghissimi e fuori da questa epoca. Ma in Italia non si ritiene che l’istituto della famiglia, nei secoli o nei lustri, si sia trasformato come avviene per tutto ciò che non muore ma semplicemente si trasforma: i divorzi esistono – nondimeno, numerosissimi, quelli della Sacra Rota – e le coppie di fatto, spesso, rappresentano solo delle responsabili liste d’attesa. Tutto il resto viene dopo: ma quelli del Forum forse non l’hanno capito. Forse pensano che sia tutto un complotto delle lobby gay.
Ecco, i gay e i figli in provetta: ovviamente il film anni Cinquanta ha ritrasmesso anche questa datatissima polemica. Carlo Giovanardi ha difeso la legge 40 sulla fecondazione, paventando un «Far West della provetta» e prendendosela con chi, solo perché vuole avere dei figli, ritiene lecito procurarsi «materiale genetico in vendita» o trovare «terze persone che si prestano a dare l’utero in affitto». In effetti la scienza ha concesso la possibilità a migliaia di coppie di ricorrere all’adozione o alla fecondazione artificiale: negli ultimi trent’anni sono nati oltre quattro milioni di bambini da coppie non fertili e si è impedita la trasmissione di altrettante malattie genetiche: e soltanto alla Chiesa, riferimento culturale di Giovanardi e Sacconi, questo ancora non piace. Altre polemiche nuove di pacca sono seguite alla distinzione operata da Sacconi tra coppie di «dimensione pubblicistica» e coppie di «dimensione privatistica», maniera complicata di differenziare le coppie tradizionali (uomo-donna) da tutte le altre. Le politiche pubbliche già discriminano, ha osservato Sacconi: infatti le coppie omosessuali non hanno mica pensione di reversibilità, per dire. La discriminazione dovrebbe perciò coerentemente proseguire. Tutto il mondo va in tutt’altra direzione, e in questo non c’è distinzione tra destra e sinistra: ma questo non significa, può essere che il Vaticano, pardon l’Italia, sia l’unica a vederla giusta.
Questo, aspettando Lascia o raddoppia, ritrasmetteva la nostra vecchia tv a valvole. Il Forum ha spiegato che «la famiglia è la cellula fondante della società» e dimenticava soltanto che la società cambia, diversamente dal diritto matrimoniale del nostro Paese. Perché nel nostro Paese, da destra, laddove il più normale ha quattro famiglie, negli ultimi anni non si è voluto acconsentire neppure a tempi di separazione più brevi; a sinistra, invece, si cercava di istituire un sostanziale matrimonio di serie b – esagerando, e spaventando il celebre ceto medio – col risultato che alla fine non è cambiato mai nulla, da noi. Neanche il minimo, neanche l’indiscutibilmente condiviso. Sicché, indecisi se identificarci in Camillo Ruini o in Franco Grillini – cioè tra Vaticano e gay militanti – la maggioranza del cosiddetto Paese reale si muoveva come al solito da un’altra parte, a discapito di questa classe politica di vecchi bacucchi autoriflessi, autoriferiti, fuori dal mondo.