I tennisti pagano le tasse?
Se ho il passaporto francese e pago le tasse in Svizzera sono un bastardo? Se lo chiede Slate nella sua edizione transalpina andando a toccare un argomento su cui è facile incattivirsi. Il problema si pone ogni volta che la nazionale francese schiera i giocatori di coppa Davis: attaccamento alla maglia, inno nazionale, fratelli nella vittoria ma i soldi che entrano meglio portarli all’estero ché le tasse francesi non sono sostenibili per chi guadagna milioni all’anno.
A vederla così il “bastardi” di Yannick Cochennec sembra difficilmente contestabile. In Francia è difficile trovare un tennista che abbia residenza in patria. Forget, Tsonga, Monfils, Gasquet, Simon, Mauresmo, Pioline, Noah: tutti con conto corrente elvetico. In un periodo di sacrifici come quello che stiamo vivendo i francesi si chiedono se sia tollerabile un privilegio simile. Action Discrete, una spece di Le Iene locale, ne ha tirato fuori anche uno sketch divertente.
Tsonga è l’unico ad abbozzare una giustificazione che però convince poco. Lui sostanzialmente dice “i soldi che guadagno in Francia mi vengono tassati in patria per cui le tasse qui le pago”. Vero, ma si tratta dei guadagni di 4/5 settimane l’anno. E gli altri?
Il sistema svizzero funziona così: ti accordi con il cantone in cui chiedi la residenza per una tassa fissa annuale calcolata in base al tuo tenore di vita e non ai tuoi guadagni. Basta mantenere il primo inalterato e i secondi possono crescere senza essere intaccati. In Italia succede meno: Flavia Pennetta ha la residenza in Svizzera mentre Simone Bolelli ha preso casa a MonteCarlo ma sono eccezioni rispetto all’insieme dei giocatori migliori.
Mi chiedo però se sia sensato indignarsi così tanto. Mi spiego: le tasse si pagano per contribuire ai servizi che i cittadini ricevono dallo Stato. Se questi servizi io non li utilizzo perchè trascorro 45/50 settimane l’anno all’estero sono tenuto a pagarli lo stesso? I tennisti pagano le tasse in ogni paese in cui competono, a volte con regimi fiscali ridicoli (come quelli sauditi), altre con tassazioni che ritengono inique, come nel caso del Regno Unito che considera anche i guadagni degli sponsor nel computo dell’imponibile. Uno dei sistemi più usati dai giocatori per ridurre il carico fiscale è quello di creare una fondazione di beneficenza che gestisca il patrimonio. Se fate una rapida ricerca su internet vedrete che non solo Federer, Djokovic e Nadal ne hanno una.
Nel frattempo il tennis giocato è giunto alla sua conclusione. Nell’anno del Signore Dumeila&Djokovic il serbo conclude curiosamente la stagione con due sconfitte consecutive mentre Federer si porta a casa le finali di Londra e Nadal la quarta coppa Davis.