Wozniacki e la grande bugia
“Vi racconto una storia. Un giorno sono stata invitata da amici a fare un giro in uno dei parchi fuori città. Sapete, ho molti amici io qui a Melbourne. Beh, insomma, sono stata invitata e pareva brutto che non ci andassi. Si, lo so che sono la prima giocatrice al mondo e la favorita degli open d’Australia ma capite bene che ho vent’anni e che non posso mica passare il mio tempo solo a dare botte a una pallina. In ogni caso, se mi fate raccontare, stavo passeggiando in un parco con degli amici e toh, di colpo, non ti vedo un piccolo canguro fermo lì sul prato? Chè io un canguro non l’avevo mai visto in vita mia dal vivo. Se ne stava fermo, il canguro, e si guardava intorno. Io avevo sempre pensato ai canguri come essere che zampettano, saltellano, scalciano e tirano cazzotti.
Mai e poi mai mi sarei immaginata di incontrare un canguro fermo. Ora capite perchè mi ci sono avvicinata. Già non ti capita tutti i giorni di trovare un canguro, figurati uno che non si muove. Beh, allora, io prendo coraggio e vado verso il canguro, lui mi guarda e se ne sta lì. Come dite? Si, certo, fermo. Più mi avvicino e più ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va. Magari il canguro sta male! Magari è ferito. Devo fare presto, mi dico, chè sarà mica che una volta nella vita vedo un canguro, seppur fermo, dal vivo e questo mi muore davanti! E allora mi faccio coraggio, ormai sono a due passi da lui.
Ma mentre mi chino per vedere se il cucciolo ha qualcosa che non va, non ti capita l’imponderabile? Io sono lì, curva, pronta a prendermi cura di lui e il canguro, da fermo, mi molla una zampata sulla caviglia che te lo raccomando che male. Zac, un’unghiata micidiale diritta sulla gamba. sarò anche una giocatrice di tennis professionista, sarò anche la migliore atleta del circuito ma io lì ci ho visto una sola cosa da fare. Darmela a gambe. E mentre correvo lontano dal canguro pensavo, poteva pure starsene fermo un secondo di più quel canguro! Perchè vi ho raccontato questa storia?
Perchè vi devo pur spiegare perchè io, Caroline Wozniacki, prima giocatrice al mondo, ho un cerottone sulla caviglia. Beh il cerottone ce l’ho perchè quando sono scappata dal canguro i miei amici mi hanno portata in ospedale. I dottori volevano mettermi i punti, ma questa volta gliel’ho detto io di stare fermi, che a me fanno paura. Bastava uno di quei cosi che si mettono per tenere attaccate le ferite. Un cerottone appunto.”
Se avrete occasione di leggere la conferenza stampa che Caroline Wozniacki, tennista danese numero 1 al mondo, ha tenuto domenica a Melbourne, troverete esattamente questa storia. Magari non raccontata così, ma vi assicuro che la storia è esattamente questa. Ma perchè, in un torneo di tennis, una giocatrice si mette a raccontare una vicenda del genere? Succede che due giorni fa alle orecchie di Caroline era giunta voce che le sue conferenze fossero ciò di più noioso fosse dato partecipare. Turbata dalla cosa Caroline aveva iniziato l’incontro coi giornalisti a seguito del match appena vinto con un inedito appello: “Facciamo così, per evitarvi la noia, vi dico subito che ho giocato bene, che mi merito di essere numero 1 del mondo, che non ho problemi con la racchetta nuova e che mi sento la favorita del torneo. Ora, vi ho dato le risposte noiose di sempre, alle domande noiose che VOI mi fate sempre. Ora se vi va fatemi pure domande strane”. I reporter in sala, passato l’iniziale stupore, avevano immediatamente colto l’occasione per far parlare Wozniacki di argomenti inediti: è così che nel quarto d’ora successivo si era parlato di cricket, di riscaldamento ambientale, di pianoforte e di altre amenità.
Finita la press conference tutti si erano scapicollati ai computer per riportare l’evento. In sala stampa se ne è parlato per due giorni, l’argomento ha tenuto banco in televisione, in radio e sui quotidiani. E ha creato aspettative. Si è arrivati così a oggi, domenica, giorno in cui Wozniacki era impegnata nel suo incontro di quarto turno, vinto facilmente in poco più di un’ora. La sala stampa, normalmente deserta, è gremita di giornalisti che attendono un nuovo show della campionessa. E lei che fa? Non li delude. Ci piazza la storia del canguro.
Passano i minuti, passano le ore, la notizia dell’incidente con il marsupiale viene battuta ovunque. E quando tutto sembra sul punto di entrare nella cronaca il colpo di scena. Wozniacki convoca una conferenza stampa, a poche ore dalla precedente. Panico. I giocatori di solito lo fanno quando è successo qualcosa di grave. Se si devono ritirare, se sono stati squalificati. Insomma, lo fanno se c’è ciccia per i giornalisti. Caroline invece lo fa perchè a furia di fare a lupo a lupo anche lei c’è rimasta sotto. Ha vent’anni Wozniacki. Le piace essere al centro dell’attenzione e il fatto che sia stata oggetto di mille critiche per essere la numero 1 senza aver mai vinto uno Slam non le va giù. E allora cosa ha fatto? Si è inventata la storia del canguro. Di sana pianta. Così, dal nulla. Solo che come spesso capita le bugie, seppur piccole e innocenti, diventano gigantesche menzogne se sei una persona con le telecamere e i microfoni puntati addosso ventiquattrore su ventiquattro. Caroline è stata brava a chiamare una conferenza, a smentire tutto e a scusarsi con i giornalisti. Oppure ha un buon ufficio stampa che è stato bravo a rimediare allo scherzo. Sta di fatto che i giornalisti, una volta di più, la notizia l’avevano presa per buona senza colpo ferire. Io compreso. Alla faccia della verifica delle fonti.