Cicli
Non mi ricordo esattamente, si tratta di molto tempo fa. Sono sempre stato un pessimo studente, molto superficiale, anche di macrobiotica. Mi ricordo che durante le lezioni quando avevo diciassette anni veniva ripetuta una cosa tipo “il sangue si sostituisce completamente in un mese, ogni cellula del corpo in otto anni”. Ero molto suggestionabile e una frase del genere mi portava ad immaginare un mucchio di cose. L’operazione Scudo Nel Deserto iniziò il 7 Agosto del 1990. Sono passati tre volte otto anni. Se consideriamo in modo astratto la guerra come il picco di una malattia mentale degenerativa, possiamo fare due conti nell’ultimo secolo quanto siamo diventati dementi, tecnologia o non tecnologia, letteralmente, che esistono malattie personali e malattie collettive e la guerra è una malattia, il picco di una malattia collettiva. C’è che alla fine di questo recente terzo ciclo dell’occidente l’umanità è più ammalata di prima. Molto di più. Non si è presa cura di se. Si ostina a non prendersi cura di se. Come diceva il tale di cui nemmeno di lui mi ricordo il nome, ecco, nel ripetersi di un avvenimento la prima volta che accade è una tragedia, la seconda volta è una farsa. La prima volta ogni attore è convinto di essere quella cosa lì, si identifica nel suo ruolo, e una audience lo osserva impotente e ci sono buoni e i cattivi e le cose nette. C’è spazio per l’antagonista, l’eroe, gli amici e davvero il casting è roba grossa. Nella farsa sono invitati tutti a salire sul palco. Ognuno scimmiottando a memoria quello che facevano gli attori si sbraccia per avere un ruolo mentre nessuno li sta guardando. Mentre i ruoli perdono di definizione, amico e nemico si accavallano dentro e fuori dal Sè, la persona parla con più voci e riprendiamo collettivamente un nuovo ciclo ancora più malati, convinti di stare benissimo, legati ognuno alla propria proiezione mentale del reale, appesi ad un filo, fragili, incontinenti, esausti dalla propria incoerenza.