Sagat in ginocchio
Un sacco di anni fa anni durante l’estate -è autunno ora ma non importa- non c’era molto da fare. Almeno io che abitavo in una fetta di casa colonica con davanti, dietro e di lato dei campi tenuti a grano o barbabietole avevo poche scelte. Anche perchè oltre a questi o c’era la via Emilia o altri campi di lancillotta subito dopo fino alla ferrovia. Quindi le varianti per giocare erano la piscina, mia cugina che le voglio bene ma abbiamo sempre litigato e poi era più grande di me e se la tirava, c’erano i lego, la caccia alle lucertole, il tavolo da disegno, mio padre che dietro casa costruiva mobili e c’erano i primi videogiochi al bar. Non appena trovavo sotto il divano tre monete da duecento lire correvo al bar poco distante e li scambiavo per dei gettoni. Ne inserivo uno, giocavo dieci minuti e partita dopo partita arrivavo ad un omone thailandese fortissimo con la benda sull’occhio che si chiamava Sagat. Me le dava di santa ragione e inserivo le monete rimanenti per batterlo e lui era sempre lì. Diventai bravo dopo un sacco di monete e un sacco di ghiaccioli.
Ecco, questa mattina abbastanza empiricamente leggendo nuovamente su Il Post a proposito dell’emergenza in Thailandia ho fatto questo 2+2 che mi direte voi non ha molto senso. Ma tant’è. Ce ne sono di cose che hanno poco senso.
Ad ogni modo digitando “support thailand flood victims” vengono fuori un sacco di associazioni non governative che operano in Thailandia in questo momento. Se potete, date una mano. Io ci metto la mia estate di monetine.