Contro l’attività politica dell’ANPI
Pensavo di avere una sola tessera di partito in tasca, e invece me ne ritrovo due. Mi sono iscritta all’A.N.P.I. qualche anno fa, perché considero l’antifascismo uno dei valori su cui si fonda non solo la nostra Costituzione, ma anche la vita di questo paese, e che quindi noi si abbia bisogno di interpretarlo ogni giorno, in questi anni più che in altri.
Dopo la mail ricevuta stamani, ho invece la netta sensazione di avere in tasca una seconda tessera di partito, che però non ho richiesto. Sappiamo tutti che l’A.N.P.I. si è schierata a favore del no al referendum costituzionale del 4 dicembre; una posizione che non ho condiviso, tant’è che ho sottoscritto “Liberi di votare” l’appello degli iscritti all’A.N.P.I. che votano sì, pubblicato dall’Unità.
Dopo parecchie mail nei giorni scorsi da A.N.P.I. di auto felicitazioni per la vittoria ottenuta, oggi ne ho ricevuta una che invece non mi è piaciuta per niente, perché traccia una vera e propria linea di azione politica. Non la posso pubblicare perché “Le informazioni contenute nella comunicazione che precede e negli allegati possono essere riservate e sono, comunque, destinate esclusivamente alla persona o all’ente sopraindicati. La diffusione, distribuzione e/o copiatura del documento trasmesso da parte di qualsiasi soggetto diverso dal destinatario è proibita.”.
Non la pubblico, ma la commento pubblicamente, perché non mi pare buona cosa che una delle più autorevoli associazioni antifasciste d’Italia dichiari di voler vigilare non solo sull’esito del referendum ma anche di attivarsi perché non si siano più provvedimenti come il Jobs Act o la Buona Scuola. Che cosa c’entrano i provvedimenti del governo con l’A.N.P.I.? La commento perché l’ A.N.P.I. come molti altri (ma non tutti quelli che componevano la galassia del no, ricordiamocelo) dopo aver sottolineato l’esclusivo valore di difesa della Costituzione del loro attivismo, a quattro giorni dal voto del referendum già rimodula l’attività politica in tutt’altra direzione. Lo fa schierandosi contro alcuni provvedimenti governativi e la legge elettorale, che con il referendum non è mai c’entrata un tubo. Sfrutta di nuovo la sua notorietà per abbinarla al rilancio della rete di settecentocinquanta comitati nati per il no al referendum, per far svolgere loro un ruolo operativo e politico sulla modifica della legge elettorale, di cui si spinge anche a disegnare i capisaldi.
“Quindi non ci sarà nessun rompete le righe”: il riferimento al gergo militare è di A.N.P.I.
Non rinnoverò la tessera nel 2017, se questo è il programma delle sue attività. E lo farò con sincero dispiacere, ma questa mi pare proprio l’ennesima tornata dei girotondi di una volta. Di quelli che, ottenuto un risultato insieme con altri, invece che confluire in un progetto comune, schifano le formazioni politiche con cui sono andati a braccetto sino a tre ore prima per intestarsi una micro porzione che altri più tardi divoreranno.
Alla lunga, come sempre, il risultato sarà avvantaggiare gli altri: quelli che dell’antifascismo non sanno che farsene.
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Risponde il comitato della Sezione ANPI Pavia centro
Venerdì 9 dicembre, Sul suo blog ospitato da Il Post, la componente dell’assemblea nazionale pd Emanuela Marchiafava ha preso posizione “contro l’attività politica dell’ANPI”. L’autrice non dice nel suo articolo che la mail da lei ricevuta, e stigmatizzata, non contiene una presa di posizione dell’ANPI, ma un comunicato del comitato nazionale per il no al referendum: questo. La politica e blogger è iscritta alla sezione ANPI Pavia centro – Onorina Pesce Brambilla, e tutti gli iscritti a quella sezione hanno ricevuto la stessa mail. Ecco come comincia: «Ci perviene dalla sede centrale del comitato per il no e volentieri vi inviamo per informazione. Buona giornata.» A seguire, il testo del comunicato.
Gli utenti di twitter dicono che “retweet is not endorsement”. Vale a dire: inviare una comunicazione è un invito a leggerla, non significa sposarne il contenuto. Tant’è che agli iscritti dell’ANPI pavese vengono segnalati articoli e comunicazioni d’interesse per la discussione interna ed esterna all’ANPI, anche quando il comitato della sezione non li condivide pienamente. Sui punti del comunicato che Marchiafava critica, non esistono al momento prese di posizione da parte della sezione Onorina Pesce Brambilla, eccezion fatta per l’argomento della legge elettorale: per quanto estraneo all’oggetto del referendum, il sistema elettorale influisce sull’assetto concreto della forma di governo, e dunque avrebbe inciso sull’esito pratico della riforma. La polemica della componente dell’assemblea nazionale pd è speciosa: anzitutto perché attribuisce ad ANPI un’esternazione non sua, e in secondo luogo perché riferisce all’ANPI nel suo complesso una vicenda che al limite riguarda la sezione locale cui è iscritta.
L’autrice dell’articolo avrebbe potuto esprimere la sua posizione nella stessa mailing list dalla quale ha ricevuto la comunicazione, a cui ogni membro può scrivere. Oppure, a monte, avrebbe potuto intervenire all’assemblea di sezione, e far valere la sua posizione favorevole alla riforma costituzionale: non l’ha fatto. Ha scelto invece di esprimersi su un canale nazionale come Il Post, perché le interessava allargare la polemica all’ANPI tutta, con i fraintendimenti e le indebite generalizzazioni che abbiamo visto. ANPI ha fatto attività politica sin dal momento della sua costituzione, talvolta piacendo al principale partito di centrosinistra, talvolta dispiacendogli: la politica non è dominio esclusivo dei partiti.
Naturalmente non è in discussione la scelta di Emanuela Marchiafava, che è personalissima e insindacabile, di rinnovare o meno la tessera dell’ANPI. L’art. 18 Cost., nel tutelare la libertà di associazione, garantisce anzitutto il suo presupposto logico: la libertà di non associarsi.
Il comitato della Sezione ANPI Pavia centro – Onorina Pesce Brambilla, 11 dicembre 2016.