La vittoria a Pavia parte dal PD ma non si ferma lì
A Pavia abbiamo mandato a casa “il sindaco più amato d’Italia” contrariamente a tutti i pronostici, locali e non. È successo perché Alessandro Cattaneo ha amministrato peggio di quanto apparisse: i media nazionali pare non se ne siano mai accorti, i cittadini pavesi invece sì.
Il Partito Democratico della città ha scelto la persona giusta, Massimo Depaoli, anche se all’inizio eravamo in pochissimi a crederci e non è stato per nulla semplice costruire la sua candidatura. Tutti hanno pensato fosse un candidato di ripiego, da immolare al primo turno, commettendo l’errore di scambiare per debolezza i suoi modi gentili, espressione invece di un leader accorto, come è apparso sempre più evidente mano a mano che la campagna elettorale macinava tempo e luoghi, settimane e quartieri.
Professore di liceo, una lunga esperienza nell’associazionismo e in Legambiente ma solo negli ultimi anni anche in politica nel Partito Democratico come consigliere di minoranza a Pavia, Depaoli non si è fatto minimamente influenzare e ha impostato una campagna comunicativa senza provocazioni, tutta centrata sulla città, i suoi bisogni e i suoi sogni. Ne è scaturita una campagna elettorale gioiosa, animata dai giovani come mai si era visto prima e con una differenza fondamentale rispetto a quella del concorrente: la presenza delle donne, dimostrata dal fatto che proprio le donne si sono classificate prime tra i consiglieri comunali PD e dei giovani – che il prof. Depaoli conosce così bene e che stravedono per lui – e che si sono attivati, hanno organizzato gli eventi, partecipato alle scelte politiche, scritto il programma, dopo aver raccolto tante idee buone che questa città si merita. Di là, nel centrodestra solo abiti grigi e barbette, fiocchetti verdi e caschi da motociclista, solo maschi. Non si sono visti i colori, i sorrisi, l’eterogeneità di questa città, che invece è confluita nella campagna del centrosinistra, ma non da subito: è stato un crescendo, iniziato con l’effetto Renzi registrato al primo turno, ma che non è bastato al secondo. Ed è qui, negli ultimi 15 giorni, che Depaoli ha vinto.
Ci è riuscito perché proprio in queste due settimane hanno lavorato fianco a fianco tutti insieme PD, lista civica, altre liste, cittadini, associazioni, facendo davvero politica tutti insieme: ecco la differenza notata da tanti tra il primo e il secondo turno, e che cercavamo da tanto tempo. L’abbiamo trovata grazie a una politica fatta di persone credibili come Massimo e di idee, parafrasando Alexander Langer, capaci di rendere più amichevole, meno ostile, più vivibile il futuro e forse anche il presente. «La nostra sembrava una sfida impossibile, noi abbiamo impostato una campagna di comunicazione basata sulla città di Pavia, a differenza del sindaco uscente Alessandro Cattaneo che pensava troppo su scala nazionale. La giunta la decido io e saranno mie le scelte che terranno conto anche della società civile. Penso di aver aggregato anche parti della città che non hanno votato PD» è la prima dichiarazione del neo sindaco subito dopo il ballottaggio.
Il Partito Democratico non può quindi che condividere la vittoria proprio con ciò che sta fuori dal suo perimetro, dalla società civile e quella parte di sinistra che spesso non riesce nemmeno ad intercettare, ma che ormai è un elettorato selettivo che premia solo chi merita davvero fiducia. Depaoli ce l’ha fatta, ha convinto tantissime persone, molte di più di quelle incontrate per strada, nelle piazze, nei comizi, nei bar, ovunque il Depa-Camper, i gazebo e la sua bici si siano fermati in queste due ultime meravigliose settimane. Cattaneo si è dovuto accontentare del 46,9% e Depaoli è diventato sindaco col 53,13% e 17.068 voti, 2.000 in più dell’avversario e ben 2.700 in più rispetto a quelli raccolti al primo turno, di chiara provenienza extra PD, così come lui stesso ha dichiarato: «È un successo straordinario. L’abbiamo costruito pezzo per pezzo, dentro e fuori dal partito. Anzi, più fuori che dentro, su un’idea di serietà e autorevolezza».
Il sindaco Depaoli partirà da qui per governare Pavia in modo nuovo, insieme con i cittadini. In bocca al lupo Depa!