Proseguite pure senza di me. Le donne, la carriera, il tempo
«Scusate ma devo andare, proseguite pure senza di me. Devo preparare la cena ai miei figli e domani è pure il primo giorno di scuola». Queste parole non sono state pronunciate da una casalinga che si attardava a chiacchierare al supermercato, ma da una giornalista di fama, in occasione di un incontro pubblico dove svolgeva il ruolo di moderatrice.
«Proseguite pure senza di me».
È la stessa cosa che deve aver pensato Anne-Marie Slaughter, quando ha lasciato la prestigiosa direzione del policy planning del presidente Obama nel gennaio 2011. Dopo soli due anni di mandato, allo scadere del congedo dalla Princeton University, ha preso la decisione di mollare tutto e tornare a casa. A quella prima decisione sono seguite però molte altre considerazioni che l’hanno portata a scrivere Why women still can’t have it all, articolo pubblicato a luglio 2012 dall’Atlantic (e pubblicato in Italia da Internazionale col titolo La scelta obbligata delle donne). Nell’articolo Slaughter spiega che l’impossibilità di destreggiarsi tra un incarico pubblico di grande responsabilità e le esigenze dei suoi due figli adolescenti sono state la causa determinante che l’ha indotta a lasciare, costatando che, purtroppo ancora oggi, le donne non possono avere tutto.
Non possono avere tutto? Il dibattito – planetario – si è articolato attorno a questa domanda. Ma è la domanda giusta? Che cosa significa che “le donne non possono avere tutto”? Forse gli uomini riescono ad “avere tutto”? No, che non ci riescono. Eppure i comportamenti e le reazioni sono molto differenti.