Un partito daccapo
Quando ho letto sui giornali che tornavamo a parlare delle primarie, di chi vuol farle, di chi no, di chi sì ma per finta, confesso che ho provato un senso di sconforto. Mi son detta: non è possibile dover tornare sempre daccapo. Siamo usciti dall’ultima assemblea nazionale convinti che noi eravamo il partito delle primarie e ora pare che non sia più così. Mi ha colpito anche la prima reazione degli abitanti dell’Aquila di fronte alla visita dei nostri parlamentari, guidati da Bersani: ci hanno rimproverato per il ritardo con cui il partito si è mosso. Hanno ragione anche loro. Ora è la volta dell’elezione del vicepresidente del Csm: infinite sono le ragioni che si possono portare a giustificazione della scelta di dare appoggio a Vietti. Ma quando un tuo elettore, un militante, ti sventola sotto il naso il curriculum del senatore Udc, e ti fa leggere che è stato due volte sottosegretario di Berlusconi, che è uno dei padri del legittimo impedimento e della depenalizzazione del falso in bilancio… Non c’è più risposta tecnica che tenga.
Quello che una volta si chiamava il “nostro popolo”, e che è fatto di gente di tutte le provenienze, oggi non ti perdona più nemmeno l’impressione di un cedimento alle sirene dell’inciucio. Ancora continuano, i nostri, a ricordare e a rimproverarci le assenze in Aula quando si è votata la pregiudiziale di costituzionalità dello scudo fiscale. E così non basta nemmeno il lavoro, anche tenace, che i gruppi fanno in Parlamento, perché l’ombra del sospetto è in agguato e il commento è: “sì, ma…”. Insomma, torna fuori un problema di credibilità con cui dobbiamo fare i conti, che non che non è più eludibile, e che alla lunga ci può costare caro. Come meravigliarsi se i nostri elettori e iscritti si girano e guardano a Vendola? Ci sarà un significato in quelle cifre date da Ipr nel suo sondaggio? Dicono che nell’ipotesi di primarie, Vendola parte in leggero vantaggio (51%) su Bersani (49%), anche se in Bersani c’è più fiducia. Anzi, proprio il fatto che ci sia più fiducia in Bersani deve farci meditare, e deve farci fare uno scatto. Perché abbiamo tutto quello che ci serve, un segretario legittimato, competenze, radicamento, un sacco di militanti che non aspettano altro che il via. Abbiamo persino un avversario politico indebolito e screditato. Che aspettiamo?