Chi potrà dire di aver vinto le elezioni
Se non vivete sulla cima di una montagna, senza internet e televisione, probabilmente sapete che il 4 marzo nessun partito otterrà una vittoria schiacciante: e questo potrebbe rendere complicato stabilire chi ha vinto le elezioni politiche. Da lunedì, tutti i leader politici si impegneranno a spiegare perché sono stati il loro partito o la loro coalizione ad aver vinto, o almeno non perso. Vale quindi la pena riflettere adesso su quali sono le condizioni alle quali i principali schieramenti potranno dichiarare vittoria, o addirittura un trionfo, e quali sono invece i risultati che non possono essere definiti altri che un disastro.
Per farlo però bisogna tenere presente un paio di cose. La più importante: vittoria o sconfitta dipendono in buona parte da quali sono le aspettative di partenza. Ad esempio, un partito logorato da cinque anni passati al governo e dato in calo nei sondaggi potrà dichiarare una parziale vittoria anche ottenendo un risultato modesto. Mentre servirà qualcosa di più perché un partito di opposizione e dato in crescita nei sondaggi possa fare lo stesso.
Partito Democratico
Vittoria: 25 per cento
Trionfo: 30 per cento
Disastro: sotto il 20 per cento
Il PD può dichiarare vittoria, o almeno non sconfitta, se riesce a ottenere lo stesso risultato delle elezioni del 2013: un 25 per cento dei consensi a livello nazionale. Significa mantenere un buon risultato nelle regioni rosse del centro Italia, superare tutti i partiti del centrodestra e rimanere il primo partito nel Centro Nord e nelle grandi città. In altre parole il voto al PD dovrebbe sostanzialmente ricalcare quella di cinque anni fa. È uno scenario abbastanza improbabile secondo i sondaggi: il PD, infatti, dovrebbe avere molto difficoltà a ottenere un buon risultato al Nord, dove Lega e Forza Italia sono considerate molto forti.
Prima coalizione nel voto alla Camera, 2013 (in rosso la coalizione di centrosinistra)
Ancora più improbabile, ma non irrealizzabile, è un trionfo del PD, lo scenario in cui il partito di Matteo Renzi riesce a spazzare via Forza Italia dai centri urbani del Nord e non perde posizioni a favore della Lega sulla costa tirrenica e del Movimento 5 Stelle in quella adriatica. Trionfare significa riprendere Roma, Milano, Torino e Venezia.
Il disastro è scendere sotto la soglia psicologica del 20 per cento. Vorrebbe dire che il PD ha perso i centri delle città a favore del centrodestra, mentre la periferia della sua storica “zona rossa” è scivolata verso Lega e M5S. Anche un risultato simile, però, non significherebbe necessariamente la fine per Matteo Renzi, che ha stravinto un congresso pochi mesi fa, ha detto che non intende dimettersi e non ha rivali interni con un consenso sufficiente da riuscire a scalzarlo.
Movimento 5 Stelle
Vittoria: 28 per cento
Trionfo: 30 per cento
Disastro: sotto il 25 per cento
Per vincere il Movimento 5 Stelle raggiungere il numero di voti che gli attribuiscono i sondaggi, e quindi migliorare il risultato delle elezioni 2013. Significa arrivare più vicino al 30 che al 25 per cento. Per farlo il Movimento non ha necessariamente bisogno di conquistare nuovi voti: se complessivamente andranno a votare meno persone (come sembra dai sondaggi) conservare gli stessi elettori del 2013 significherebbe migliorare la propria percentuale rispetto agli altri partiti. Per farlo il Movimento dovrà rimanere almeno il secondo partito al Centro Sud e fare un buon risultato nelle sue aree di insediamento storico al Nord: Romagna, Liguria e Torino.
Il Movimento può ottenere un trionfo se dovesse riuscire a raggiungere o addirittura superare il 30 per cento. Per ottenere questo risultato dovrà andare molto bene al Sud, battendo in maniera netta il centrodestra e diventando il primo partito nella maggior parte delle cinque regioni in bilico: Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata. La sfida al Sud tra Movimento 5 Stelle e centrodestra è probabilmente la più importante di domenica e quella da tenere d’occhio con più attenzione.
Sembra difficile visti i sondaggi, ma è possibile che il Movimento 5 Stelle vada incontro a un disastro: significherebbe scendere sotto il 25 per cento dei consensi a livello nazionale, cioè peggiorare sensibilmente il risultato del 2013. Per scendere così in basso il Movimento dovrebbe subire una batosta al Sud, dove invece dovrebbe arrivare un trionfo per il centrodestra. Allo stesso tempo il Movimento dovrebbe mostrare difficoltà al Centro ed essere intaccato seriamente dalla Lega al Nord. Questo risultato significherà probabilmente che la strategia di moderazione adottata da Di Maio e il suo spostamento verso il centro dello schieramento politico non ha prodotto i risultati sperati, contribuendo alla perdita del Sud e agli scarsi risultati al Centro Nord.
Forza Italia
Vittoria: 17 per cento
Trionfo: 20 per cento
Disastro: sotto la Lega
Forza Italia è un miracolo che esista ancora: dovesse confermare il risultato che gli attribuiscono alcuni dei sondaggi più favorevoli, intorno al 17-18 per cento, potrà dichiarare vittoria. Per farlo il partito di Berlusconi ma senza Berlusconi dovrà ottenere un buon risultato al Sud, battendo quasi ovunque il Movimento 5 Stelle, e avrà bisogno di conservare il consenso nei centri urbani del Nord, senza perderlo a favore del PD o di un’avanzata a sorpresa della Lega. Considerati i sondaggi, è uno dei risultati più probabili del voto di domenica.
Ma visto che i consensi di Forza Italia sono in costante crescita da mesi e considerato che in passato Berlusconi è quasi sempre stato sottovalutato dalle rilevazioni demoscopiche, è anche possibile immaginare un risultato ancora migliore: oltre il 20 per cento. Sarebbe un vero trionfo per Forza Italia e, con ogni probabilità, arriverebbe in gran parte dai voti raccolti al Sud, dove il centrodestra dovrebbe risultare la prima forza politica in quasi tutti i collegi. In questa circostanza sarebbe possibile per il centrodestra arrivare a pochi seggi dalla maggioranza.
Il disastro sembra molto improbabile per Forza Italia, e se dovesse verificarsi significherebbe il fallimento degli istituti demoscopici. Forza Italia dovrebbe raccogliere meno voti della Lega, cioè dovrebbe trovarsi probabilmente sotto il 15 per cento. È un risultato probabilmente speculare a quello del trionfo del Movimento 5 Stelle. Berlusconi dovrebbe perdere il Sud, dove il Movimento diventerebbe il partito di maggioranza relativa in quasi tutti i collegi. Per scendere così in basso Forza Italia dovrebbe perdere terreno anche nei centri urbani del Nord, a vantaggio del PD oppure della Lega.
Lega
Vittoria: 12 per cento
Trionfo: sopra Forza Italia
Disastro: 10 per cento
La Lega di Salvini con ogni probabilità otterrà il suo miglior risultato di sempre, superando quel 10 per cento ottenuto alle elezioni del 1996. I sondaggi sembrano escludere sorprese, da questo punto di vista, anche se è difficile posizionare con esattezza gli elettori della Lega, visto che è uno dei partiti che hanno subito le maggiori mutazioni degli ultimi anni (da partito localista e federalista a partito nazionalista e anti-immigrati). Di sicuro la Lega è molto forte al Nord, in molti casi più di Forza Italia, ma al momento il suo consenso è sostanzialmente limitato alle aree rurali e ai piccoli centri urbani.
Per ottenere un vero trionfo la Lega ha bisogno di fare breccia nelle grandi città del Nord, sostituendosi a Forza Italia, deve riuscire a insidiare la periferia della “zona rossa” e ottenere qualche punto percentuale al Sud. In questo modo potrebbe riuscire a superare Forza Italia e diventare la forza principale del centrodestra, un risultato possibile soltanto se regioni come Veneto, Piemonte e Lombardia decidessero di abbandonare Berlusconi e se le periferie delle grandi città passassero dal Movimento 5 Stelle alla Lega di Salvini.
Il disastro per la Lega sembra l’eventualità più improbabile, al momento. Salvini dovrebbe fare meno del 1996 o comunque rimanere schiacciata intorno all’11 per cento. Significherebbe l’ennesimo fallimento di penetrazione al Sud, dopo l’esperimento di “Noi con Salvini”, accompagnato da risultati modesti nel Centro e dall’isolamento nelle zone rurali al Nord.
Bonus: vincono tutti
Anche se abbastanza improbabile, esiste un risultato che potrebbe soddisfare tutte le forze politiche. Il centrodestra potrebbe risultare la prima coalizione, raccogliendo un buon risultato al Sud, senza strafare, e mantenendo le aspettative al Nord. Il Movimento 5 Stelle potrebbe risultare il primo partito conservando gli stessi voti del 2013, senza quindi causare il tracollo di Forza Italia al Sud. Infine, il PD potrebbe diventare il primo gruppo parlamentare (pur raccogliendo meno voti del Movimento 5 Stelle) grazie a un buon risultato nei collegi del centro e dell’area rossa e con l’aiuto dai seggi degli italiani all’estero (in questo scenario +Europa dovrebbe fallire nell’obiettivo di raggiungere la soglia di sbarramento, in modo che i suoi voti contribuiscano a eleggere parlamentari tra le fila del PD).