La questione delle grandi navi a Venezia
Ieri con un post sul sul blog Adriano Celentano ha criticato il disinteresse dei principali giornali e telegiornali per la questione delle grandi navi da crociera che attraccano al porto di Venezia. Le navi secondo Celentano sono “micidiali” e causano a Venezia e alla sua laguna uno “scempio”.
In realtà la questione negli ultimi mesi è stata molto spesso sulle prime pagine dei giornali e nelle aperture dei telegiornali. Il tema ha cominciato ad apparire sempre più frequentemente sui media dopo il disastro della Costa Concordia. Recentemente un “incidente” in cui una nave da crociera sarebbe passata a pochi metri dal molo di San Marco ha di nuovo riportato l’attenzione sul tema.
Contro il passaggio delle grandi navi da crociera in laguna esiste da diversi anni un comitato di cittadini veneziani, il comitato No Grandi Navi che spesso ha organizzato manifestazioni contro le navi da crociera. Secondo i critici, le navi da crociera produrrebbero con il loro passaggio vari rischi per la salute umana e per la stabilità degli edifici della laguna. Tutto questo al prezzo di un piccolo ritorno economico, poiché i turisti scesi dalle navi da crociera appartengono a una “categoria” poco incline a spendere.
C’è anche un altro problema di natura “estetica”. Le più grandi navi da crociera sono alte fino a 60 metri e attraccano in una città dove i palazzi più grandi sono alti pochi piani. Il tragitto che percorrono, lungo i profondi canali scavati per permetterne il passaggio – anche se è solo un passaggio che dura pochi minuti – è proprio davanti ad alcuni dei monumenti storici più importanti della città. Chiedere di rimuovere le grandi navi da Venezia per motivi estetici, quindi, è una richiesta legittima della quale non mi occuperò.
Sui dati, i fatti e le statistiche usate per dimostrare che le navi da crociera sono pericolose, inquinanti e poco remunerative per la città di Venezia, c’è invece parecchio da dire.
Sicurezza
Il 27 luglio lo scrittore Roberto Ferrucci ha denunciato il passaggio della Carnival Sunshine, una gigantesca nave da crociera, a pochi metri dalla Riva Sette Martiri, alcune centinaia di metri da piazza San Marco. Secondo Ferrucci, che dal bar dove si trovava ha scattato alcune foto della nave, l’imbarcazione sarebbe passata a circa venti metri dalla banchina. Secondo altri sarebbe passata addirittura a due metri dalla banchina.
In poco tempo la notizia è stata stata rilanciata dall’ANSA ed è finita nell’apertura dell’Huffington Post. Il giorno dopo le foto scattate da Ferrucci sono finite su tutti i principali giornali. Alcuni hanno ipotizzato che la Carnival stesse facendo un “inchino” – un passaggio molto vicino alla costa come quello che aveva fatto la Costa Concordia prima di affondare. L’inchino sarebbe stato destinato al proprietario della Carnival, ormeggiato poco lontano con il suo yacht. Questo incidente ha riportato il tema delle grandi navi a Venezia su tutti i giornali. Ai timori per l’inquinamento si sono aggiunti quelli per un disastro simile a quello capitato alla Costa Concordia.
In realtà le cose sono andate diversamente. Secondo la capitaneria di porto, secondo la Carnival e secondo le apparecchiature della nave, la Carnival Sunshine è passata a 72 metri di distanza dalla banchina. Se si fosse avvicinata a meno di 40 metri sarebbe uscita dal profondo canale destinato alle imbarcazioni della sua stazza e si sarebbe insabbiata. La nave, inoltre, non era alla guida del suo capitano, ma da un pilota della capitaneria del porto di Venezia ed era trainata da alcuni rimorchiatori.
In altre parole, all’interno della laguna di Venezia, incidenti come quello della Costa Concordia sono piuttosto improbabili. Le navi procedono trainate da rimorchiatori a una velocità tra i 3 e i 6 nodi (cioè tra i 5 e i 10 chilometri all’ora). Vista la scarsa profondità della laguna, possono procedere soltanto seguendo dei profondi canali che all’interno della laguna funzionano come dei binari. Ovviamente gli incidenti non si possono mai escludere completamente, ma il fenomeno degli “inchini” – e i rischi che comporta – non esiste a Venezia, dove le navi sono guidate da uomini della capitaneria di porto e trainate da rimorchiatori.
Effetti idrodinamici
Il passaggio delle grandi navi – e in realtà di tutti i tipi di nave – genera due principali effetti idrodinamici. Il primo è il moto ondoso e il secondo è lo spostamento, non necessariamente visibile a occhio nudo, di grandi masse d’acqua sotto la superficie. Entrambi questi effetti sono potenzialmente dannosi. Il moto ondoso genera vibrazioni che possono danneggiare gli edifici. Gli spostamenti di grandi masse d’acqua possono a loro volta causare danni alle fondamenta degli edifici oppure sollevare grandi quantità di sedimenti e quindi “scavare” sempre di più il tracciato dove passano le navi più grandi.
C’è un sostanziale accordo sul fatto che le grandi navi non producano un moto ondoso particolarmente dannoso – con l’eccezione del blogger Byoblu. Anche i membri del comitato No Grandi Navi sono concordi nel dire che le grandi navi producono pochissime onde, poiché navigano molto lentamente e hanno scafi costruiti appositamente per scivolare sull’acqua. Al contrario, le piccole imbarcazioni private producono moltissime onde che hanno causato danni alla struttura di Venezia accertati da molto tempo.
Sul secondo effetto invece c’è ancora una sostanziale incertezza. È possibile trovare su internet diverse citazioni di studi effettuati dall’Università di Padova e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, secondo i quali questo effetto non sarebbe particolarmente dannoso. I testi delle ricerche complete, però, sembrano introvabili su internet.
Sul sito dell’auotrità portuale di Venezia è presente una brochure in cui si spiega che gli studi effettuati dall’autorità portuale hanno dimostrato che il traffico delle grandi navi non produce particolari danni alle fondamenta di Venezia. L’ultima volta che abbiamo controllato, però, l’affidabilità scientifica delle brochure era molto bassa. Su un altro sito è possibile trovare un estratto di un volume in cui viene confermata questa tesi. Ma il testo completo – con note e metodologia – è disponibile solo a pagamento.
Purtroppo non siamo riusciti a trovare tracce nemmeno degli studi che affermano il contrario, tra cui uno portato avanti, sembrerebbe, dal MIT di Boston, secondo cui lo spostamento d’acqua causato dal passaggio delle grandi navi produrrebbe gravi danni alle strutture che sostengono gli edifici di Venezia e contribuirebbe a scavare sempre più i canali di navigazione. Se avete link a ricerche o ad altro materiale segnalatecelo nei commenti.
Inquinamento dell’aria
Secondo i membri del comitato No Grandi Navi ogni nave da crociera inquina come 14 mila automobili. È un dato di sicuro impatto emotivo, e che gira almeno dal 2011, ma è quasi completamente inutile. Inoltre non è chiaro con quali calcoli e metodologie sia stato ottenuto. La cosa sicura è che – in generale – tutte le attività portuali sono particolarmente inquinanti. Il punto è stabilire quanto sono inquinanti in generale e quanto di questo inquinamento è responsabilità delle grandi navi da crociera.
L’ARPA del Veneto (l’agenzia regionale che si occupa della tutela ambientale) ha da poco pubblicato uno studio in cui analizza i vari fattori che concorrono all’inquinamento dell’aria di Venezia. Tutto il traffico di navi passeggeri – bisogna ricordare che oltre alle navi da crociera da Venezia partono numerosi traghetti diretti in varie località dell’Adriatico – è responsabile di circa il 12 per cento di tutte le emissioni dell’agente inquinante PM 2,5 nell’area comunale.
Il traffico commerciale non passeggeri è responsabile per il 19 per cento. Del 15 per cento sono responsabili le automobili e del 12 per cento le industrie. Come succede quasi sempre, la gran parte dell’inquinamento è causato dalla produzione di energia e dal riscaldamento: in tutto il 25 per cento. Il trasporto marittimo locale, vaporetti, altre imbarcazioni di servizio e imbarcazioni private, è responsabile da solo del 14 per cento dell’inquinamento da PM 2,5.
Le grandi navi, quindi, sono responsabili di poco più del 10 per cento dell’inquinamento dell’aria di Venezia. Si tratta di un valore troppo alto, secondo alcuni membri del comitato No Grandi Navi. Per questo motivo le navi andrebbero fatte attraccare in un altro punto. A questo proposito c’è un fatto che vale la pena di notare. Se le navi attraccassero a Mestre, Marghera, al Lido o addirittura a Trieste, questi centri riceverebbero l’inquinamento, ma non riceverebbero in cambio i guadagni che al momento Venezia ottiene dalla presenza delle navi da crociera. In altre parole si tratterebbe di cedere ad altri l’inquinamento e tenere per sé i guadagni.
Gran parte di questo inquinamento, è importante sottolinearlo, arriva dal fatto che parte dei motori delle navi rimane acceso mentre sono all’ancora in porto per mantenere attivi i vari sistemi della nave. Attualmente sono in corso diversi progetti per fornire alle navi energia da terra, consentendogli di spegnere i motori e quindi produrre meno inquinamento. Non è ancora chiaro quanto questi progetti costeranno e quando potrebbero essere ultimati.
Il radar
Il blogger Byoblu – Claudio Messora, uno dei responsabili della comunicazione del Movimento 5 Stelle al parlamento – ha ipotizzato un altro rischio per la salute dei veneziani: le radiazioni emesse dai radar delle grandi navi da crociera ormeggiate in porto.
In realtà, quando le navi sono in porto, i radar di navigazione sono in genere spenti. Ma se anche fossero accesi, non esistono rischi per la salute dimostrati scientificamente. Come scrive sul suo sito l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, i campi elettromagnetici generati dai radar possono causare ustioni o bruciature oltre i 1.000 W/m2. Stando a pochi metri da un radar navale acceso si subisce un’esposizione di circa 10 W/m2. Non esistono al momento studi scientifici che dimostrino con certezza gli effetti cancerogeni a lungo termine a questo tipo di campi elettromagnetici, anche se esistono numerosi sospetti e sono in corso nuovi studi.
I guadagni per Venezia
Secondo alcuni il turismo croceristico a Venezia non porterebbe alla città grandi risorse. I turisti che scendono dalle navi sono pochi, la gran parte si trattiene a Venezia per poche ore e sono turisti poco inclini a spendere. In realtà si calcola che circa il 20 per cento di tutti i turisti arrivino a Venezia tramite le navi da crociera. Secondo una ricerca dell’Università di Padova e dell’Università Ca’ Foscari – anche questa introvabile su internet – le navi da crociera con stazza superiore alle 40 mila tonnellate generano a Venezia ogni anno ricavi per 365 milioni di euro.
Secondo un’altra ricerca dell’Università Ca’ Foscari (questa disponibile online e molto critica nei confronti delle grandi navi) il ricavo sarebbe minore, ma comunque di almeno di 290 milioni. Ogni turista sbarcato da una nave da crociera spende a Venezia in media 175 euro. Il 42 per cento si ferma a Venezia per poche ore. Il restante 58 per cento si ferma per almeno un giorno. L’impatto sul PIL di Venezia, a seconda di quali cifre prendiamo per buone, oscilla tra un minimo – senza contare l’indotto – del 2 per cento a quasi il 6 per cento. Senza contare l’indotto, il settore impiega a Venezia poco più di 2 mila persone. Contando l’indotto sarebbero più di 5 mila.