Papi, Cipro e rompiballe
Ieri sera, come lunedì scorso, è andato in onda durante la puntata di Che tempo che fa del lunedì il “Dialogo tra un rompiballe e un cacciaballe”, la rubrica di factcheck di Fabio Fazio e Massimo Gramellini che abbiamo curato. Se vi siete persi il video potete rivederlo qui. Questa settimana però, sono state fatte altre affermazioni che vale la pena di smentire o di correggere.
Durante la scorsa puntata di Che tempo che fa del lunedì del 18 marzo, Nichi Vendola ha affermato che in Italia ci sono 7 od 8 milioni di poveri assoluti. Non è vero: i poveri assoluti sono 3,5 milioni e, secondo alcune stime, quest’anno potrebbero superare i 4 milioni. Ad essere otto milioni sono i “poveri relativi”, cioè coloro che guadagnano una certa percentuale in meno rispetto al reddito medio. Si tratta di un’affermazione già smentita la settimana scorsa dal sito Pagella Politica. Dell’argomento avevamo parlato anche noi su questo blog qualche mese fa.
Sul Corriere della Sera di lunedì 25, i ribelli che hanno conquistato la capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui, sono stati definiti “ribelli islamici”. Non è vero: l’alleanza ribelle Seleka è composta da molti gruppi, nessuno dei quali ha una chiara affiliazione religiosa. La Repubblica Centrafricana è abitata per l’80% da cristiani e soltanto dal 10% di musulmani. Secondo i commentatori, per il momento, la rivolta non ha alcun carattere religioso e persino il carattere “ideologico” al momento è molto confuso.
Sulla Repubblica lunedì e in altre occasioni in questi giorni è stato ipotizzato che Russia ed Europa possano avere degli interessi a Cipro che vanno aldilà della situazione economica nella quale si trova il paese. Repubblica ha parlato di giacimenti di gas che potrebbero valere 60 miliardi e soddisfare le necessità energetiche di quasi mezza Europa. In realtà, l’offerta da parte del governo cipriota di offrire concessioni per estrarre il gas in cambio di un aiuto più sostanzioso è stata rifiutata. Le dimensioni reali dei giacimenti sono ancora molto incerte. Se anche fossero così grandi – come dice Repubblica – non potrebbero venire sfruttati prima del 2019, senza contare che sono già oggetto di complicate dispute legali con la vicina Turchia.
In molti hanno sostenuto che l’incontro di sabato tra Papa Francesco e il Papa Emerito sia stato il primo tra due Papi. Non è vero, o meglio: non è quasi certamente vero. Durante i secoli più tormentati della storia della Chiesa – il 10° e gli anni a cavallo tra il 14° e il 15° – ci furono spesso più pontefici in carica contemporaneamente e capitò che si incontrassero nel corso di concilii ed altre riunioni per cercare di comporre questi “scismi”. Ma uno dei due Papi che erano contemporaneamente in carica, venne sempre – nei secoli successivi – bollato come “anti Papa”, cioè un Papa illegittimo e non un vero successore di Pietro. Gli incontri tra Papi e anti Papi non possono essere, effettivamente, ritenuti dei precedenti. Celestino V, il Papa che fece il “gran rifiuto” dantesco, e il suo successore Bonifacio VIII (qui potete trovare la loro storia), sono entrambi riconosciuti ufficialmente Papi dalla Chiesa e quasi certamente ebbero un incontro. Esistono diverse versioni di come avvenne esattamente, ma tutti i racconti sono concordi sulla sua fine: Celestino V venne imprigionato da Bonifacio VIII e morì pochi mesi dopo.