Houston, abbiamo un Grillo
Violante scambia il movimento cinque stelle per l’Udc di Casini e si dice aperto “al confronto” – mentre è tutto da vedere quanto i grillini avranno voglia di aprirsi ad alcunché – Bersani si sposta di appena qualche centimetro dalla zona giaguaro & tacchino sul tetto. La politica italiana improvvisamente si scopre nottola di Minerva, pronta a levarsi quando il sole è già tramontato: Houston, abbiamo un problema, si chiama Movimento 5 Stelle. Houston, abbiamo un problema, avvertite Matteo Renzi. Perfino il sindaco di Bologna, Virginio Merola, uno che fino a poco tempo fa dava di golpista al Rottamatore, oggi dice che è lui l’unica “speranza di cambiamento”. Nessuno naturalmente sa cosa sarebbe successo se Renzi avesse vinto le primarie e fosse stato lui il candidato premier del centrosinistra; forse Berlusconi non si sarebbe candidato, Monti sarebbe tornato alla Bocconi, e Grillo non avrebbe mandato in Parlamento il suo tsunami. Chissà. Tuttavia adesso è l’ora del contrordine-compagni, Renzi non è un berluschino, non è “figlio del ventennio berlusconiano” (Rosy Bindi), non è uno che potrebbe “farsi del male” (Massimo D’Alema), come gli si rivolgevano i leader del Pd ai tempi delle primarie. L’opzione Renzi torna d’attualità, a distanza di pochissimo tempo (in questo bisogna dire che il sindaco di Firenze è jovanottianamente un ragazzo fortunato). Ma non credo che accetterà mai di fare quello che qualcuno ha in testa, cioè il presidente del Consiglio di un governissimo (di qualunque bi o tri colore possibile). Sarebbe comunque un governo a progetto, destinato a durare poco. Perché bruciarsi e ripetere un bis di Mario Monti? A Renzi adesso conviene aspettare e stare (più o meno) in silenzio, finora i fatti gli stanno dando ragione.
Quanto al Pd. Cari dirigenti, quando vi siete ripresi, uscite dai palazzi romani, fatevi un giro serio per capire che cosa sta succedendo anche nelle città che amministrate. Per esempio, andate a Siena – e vedete un po’ voi se è proprio il caso di mandarci Fassina – stateci un mese. Siena è la vostra metafora, il simbolo della vostra rendita ora entrata in crisi. Non ci avete messo piede in campagna elettorale, vi siete limitati a dire che il “Pd non si occupa di banche”. Correte a Siena, svelti, più veloci di un Grillo.