A Palermo le primarie si complicano ancora
Le incasinatissime primarie di Palermo, di cui ho già parlato domenica, si stanno incasinando ancora di più. Oggi Davide Faraone, il candidato “rottamatore”, se n’è uscito così:
“È scandaloso ed è scorretto che alle Primarie di Palermo il Pd nazionale, il mio partito, finanzi la campagna elettorale di Rita Borsellino. Oggi, partecipando a un’assemblea di cittadini in cui ho presentato la convention di sabato a Palermo con Matteo Renzi, ho dichiarato che capisco che Bersani, dopo la debacle di Genova, si gioca tutto a Palermo, così come si gioca tutto il segretario regionale Giuseppe Lupo e il capogruppo all’Ars Cracolici; capisco anche che l’establishment romano non finanzierebbe mai uno come me ritenuto ‘inaffidabile’ rispetto alle logiche di partito. Ma lo invito a non ‘drogare’ le primarie e a dare a tutti la possibilità di concorrere alla pari. Insomma, si preoccupi di più di Palermo e meno delle questioni interne del Pd. Gli chiedo quindi di fare l’arbitro e far decidere ai cittadini chi potrà meglio, con i programmi che propone, governare e cambiare Palermo”.
Il partito è spaccato a metà: da una parte con la Borsellino ci sono Bersani e il segretario regionale Beppe Lupo. Dall’altra con l’ex capogruppo dell’Idv in Comune Fabrizio Ferrandelli ci sono il capogruppo del Pd in Regione Cracolici, il senatore Beppe Lumia e altri parlamentari vicini all’area Innovazioni, che vogliono votare una mozione di sfiducia nei confronti del segretario, colpevole secondo loro di non aver allargato le primarie palermitane al Terzo Polo. In mezzo ai due fuochi c’è Faraone, che è l’unico dei candidati a essere iscritto al Pd. Non è chiaro a cosa si riferisca (da Palermo i suoi sostenitori preferiscono mantenersi sul vago), ma la sua accusa ha innescato la replica del tesoriere nazionale del partito. “Per le primarie di Palermo – dice Antonio Misiani – seguiremo le regole che da tempo ci siamo dati. Non eroghiamo alcun contributo ai singoli candidati quando ci sono più candidati del Pd. Siamo invece disponibili, se ci viene chiesto, a offrire il nostro sostegno per i costi organizzativi delle primarie, che consideriamo un importante strumento di democrazia e partecipazione. Qualunque altra illazione è, per quanto ci riguarda, del tutto priva di fondamento”.
Ma Faraone insiste: “Certo, se Misiani, che è il tesoriere nazionale del Pd, non sa che da Roma sono già arrivati i soldi a Palermo per Rita Borsellino, il partito ha un problema. Perché, o il tesoriere non gestisce il tesoro, o mente sapendo di mentire. Tra le due opzioni non so quale è la peggiore”.