Le benedette primarie di Palermo
Hanno rischiato ripetutamente di saltare, ma alla fine le incasinatissime primarie di Palermo si fanno. Oggi sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature. Il centrosinistra, su pressione anche delle segreterie nazionali, è riuscito a sbloccare la situazione (che stava diventando abbastanza imbarazzante, visto che persino il Pdl farà le sue primarie per scegliere il candidato sindaco). Si voterà domenica 4 marzo. I candidati sono quattro: l’europarlamentare Rita Borsellino, l’ex capogruppo dell’Idv in Comune Fabrizio Ferrandelli, il deputato regionale del Pd Davide Faraone e la consigliera comunale vicina alla rete dei movimenti Antonella Monastra. Il consigliere comunale Ninni Terminelli invece nei giorni scorsi ha annunciato il suo ritiro.
Il partito più in difficoltà sembra essere proprio il Pd, che rischia di uscire lacerato da queste settimane di scontro. Gli appelli all’unità sono serviti a poco, visto che dopo le recenti decisioni del segretario regionale dei Democratici Giuseppe Lupo (la chiusura delle primarie ai partiti che negli ultimi dieci anni hanno sostenuto la giunta di Diego Cammarata, tipo l’Udc), una parte del partito ha iniziato a raccogliere firme per sfiduciarlo. La questione non riguarda solo le primarie palermitane, ma anche il futuro dell’alleanza in Regione, dove c’è un governo composto esclusivamente da assessori tecnici, e dei rapporti fra Pd e Terzo Polo. L’Udc chiede una giunta politica, il presidente Raffaele Lombardo ha dato l’ok ma ha accusato il Pd di traccheggiare: “Ci fa perdere tempo, si decida”. Il 12 febbraio si sarebbe dovuto tenere un referendum tra gli iscritti e gli elettori democratici sul governo Lombardo e sulle alleanze, ma la segreteria nazionale ha chiesto di rimandarlo. Quelli del Pd che sostengono Lombardo e che sarebbero disponibili dare il via a una giunta politica sono gli stessi che vogliono sfiduciare il segretario regionale. Secondo il capogruppo in Regione Antonello Cracolici e il senatore Beppe Lumia, il segretario se n’è infischiato delle decisioni prese nell’ultima direzione regionale (larghe intese in vista delle amministrative, con il Terzo Polo, e revisione dei rapporti con Lombardo). In pochi giorni i dirigenti del partito hanno trovato 188 firme per convocare l’assemblea (secondo statuto ne sarebbero bastate un terzo, cioè 121). Alle primarie i frondisti democratici appoggiano Ferrandelli, che però non è del Pd, e non la Borsellino, che ha più volte detto no ad alleanze col terzo polo.
Nei giorni scorsi invece l’Idv, per bocca di Leoluca Orlando e Antonio Di Pietro, ha annunciato che sosterrà Rita Borsellino (in cambio i dipietristi hanno ottenuto che il vicesindaco in caso di vittoria lo faccia Fabio Giambrone, sodale dell’ex sindaco Orlando). Con lei ci sono anche Bersani e Vendola. Poi c’è Davide Faraone, il “rottamatore” siciliano, che ha fatto suoi toni, slogan (“Prima Palermo!) e sostegno del sindaco fiorentino Matteo Renzi. Ed è paradossalmente l’unico dei candidati a essere iscritto al Pd. La Borsellino rivendica di non avere tessere di partito in tasca e Ferrandelli è stato espulso dall’Idv. Eppure i vertici di partito si sono spaccati a metà pur di stare con loro. Faraone invece non parte avvantaggiato e lo sa anche lui, “ho di fronte due colossi, due notabilati, due candidature che hanno forti cordate alle spalle che si stanno giocando altre partite, quella del rafforzamento o meno del governo Lombardo e del segretario regionale”. La macchina renziana lo sta aiutando, Giorgio Gori è da una settimana a Palermo e nei prossimi giorni arriverà anche Renzi, che sabato prossimo alle 15 sarà al Teatro Golden per sostenerlo.