Barbara Spinelli ha cambiato idea?
Forse, e per fortuna verrebbe da dire, qualcuno non lo sa; ma nella Lista Tsipras c’è un po’ di discussione: il motivo è che Barbara Spinelli (ispiratrice della Lista e una di quei garanti che sono riusciti a creare e guidare questa esperienza neonata non solo verso l’agognato e complicato 4,03 % ma anche in una campagna elettorale vitale, franca, capace di discutere di temi e non di vedersi ridotta al derby Grillo-Renzi), dopo aver chiaramente affermato che avrebbe lasciato la sua poltrona di parlamentare europeo in caso di elezione a chi veniva dopo di lei nelle preferenze, e dopo aver per questo ricevuto non poche critiche, e dopo aver anche risposto e difeso i motivi di questa scelta, ora pare averci ripensato: forse, avendo preso un sacco di preferenze, andrà a Bruxelles. E quindi forse non ci andrà uno dei due trentenni che erano arrivati secondi nella circoscrizione centrale e in quella meridionale: Marco Furfaro e Eleonora Forenza. Che si erano già fatti le foto di rito.
Quando ho letto qui di questa ipotesi, mi è sembrata una notizia allucinante. Per fortuna non sono stato il solo ad avere questa reazione. Per dire, sul suo blog Alessandro Gilioli lo scetticismo diffuso l’ha espresso in maniera chiarissima. Sono convinto che la scelta di Barbara Spinelli non sia semplice, incerta tra due forme di responsabilità speculari. Gli elettori che la vogliono comunque e gli elettori che avevano capito che era solo una candidatura-testimonianza: chi ha più peso? E sono convinto anche che lei sia più vittima che attrice di un riassestamento post-voto delle organizzazioni di partito e di movimento, per cui le divisioni di SEL tra pro-renziani e anti-renziani, le pressioni del PRC, i dialogatori e i nondialogatori, e poi gli impulsi a prolungare l’esperienza della Lista Tsipras, o a scioglierla, o a strutturarla, la scelta impensata tra PSE e GUE, tutto questo avrà quantomeno inquinato l’aria intorno a lei. Ma c’è un rischio più evidente di cui spero che Spinelli si renda conto: quello di buttare il bambino di questa esperienza politica senza nemmeno la scusa dell’acqua sporca. Oppure – e a noi lettori di questa vicenda ci è oscuro – c’è dell’acqua sporca? Ci sono dinamiche spiacevoli che sono emerse durante la campagna elettorale ed ex-post? Qui non cito le frecciatine tra vari candidati etc…, ma solo l’interrogativo candido che si pone un elettore: ci sono questioni sostanziali? Ci sono delle divergenze massive tra la posizione di Spinelli e quella dei dirigenti di SEL che non sono componibili? Forse sarebbe bene, essere trasparenti fino in fondo.
Ma soprattutto sarebbe bene realizzare come la rinuncia alla rinuncia, il passo avanti che segue il passo indietro, l’aver prima rappresentato una candidatura-civetta e poi aver rivoluto il posto lasciato a qualcun altro, costituirebbe una ferita non da poco alla faticosa credibilità raggiunta da quest’agglomerato di sinistra, l’ennesimo arcobaleno che diventerebbe nel giro di un attimo una palude brunastra. Vogliamo anche ammettere che non è facile rinunciare se si pensa di essere utili forse, fondamentali, aggreganti. E c’è da dire che Alexis Tsipras la vorrebbe vicepresidente dell’Europarlamento. Ma. Ma per quanto questa prospettiva sarebbe augurabile, mi spiace affermare che la grammatica vuole un altro verbo: questa prospettiva sarebbe stata augurabile. Perché Tsipras non ha tirato fuori quest’idea due mesi fa? Perché non ha insistito con i suoi candidati perché le candidature fossero tutte reali e non di facciata? Quanta gente ha votato sapendo che Curzio Maltese sarebbe andato, in caso, a Bruxelles; e quanta gente ha votato sapendo che Moni Ovadia sarebbe rimasto, in caso, a casa sua?
È evidente a chiunque dotato di buon senso che si tratta di un caso lampante di buchi & pezze peggiori dei buchi. Tuttavia Barbara Spinelli ha dalla sua un’arma incredibile. Dire no, vadano Furfaro e Forenza. Dire no, motivando bene questo no. E diventando all’istante una leader credibile di una sinistra allo sbando. Una leader credibile e non, come la chiamano sui giornali, “la figlia di Altiero”. Ma mettiamo il caso contrario: davvero Spinelli ritiene che si debba avallare il fatto che si è costruito un progetto così molteplice per poi convergere su una candidatura personale e non su un progetto. E che non si senta sola a pensarlo. Spinelli e Tsipras questo credono? Dovrebbero – come minimo – argomentarlo per bene. Altrimenti la prossima volta quel milione e centomila persone che gli hanno dato credito, voteranno la Lista Arrosticini. E di quelli, io sono il primo.