I fantastici cinque (ABC, NBC, FOX, CW, CBS)

Parlando di serie tv con i profani mi capita spesso di raccogliere sguardi straniti quando, a una constatazione su un certo show, rispondo «beh, certo, è una serie trasmessa da [inserire qui nome del canale]!». Da noi le serie americane arrivano in due modi: o quando le reti italiane decidono di acquistarle, doppiarle e trasmetterle, o quando riteniamo di dovercele procurare in modi alternativi. In entrambi i casi diamo ben poco peso al network che le ha originariamente prodotte e trasmesse, sembra una questione che ci riguarda poco. Eppure basta prestare un po’ di attenzione per trovare dei tratti comuni nelle scelte creative fatte da un network e, di conseguenza, per farci un’idea più precisa di ciò che stiamo guardando.

Ogni network, infatti, costruisce la propria programmazione per un determinato pubblico a cui, in modo più o meno riuscito, vuole rivolgersi. È naturale, succede ovunque e gli Stati Uniti, con la loro offerta d’intrattenimento sterminata, non fanno eccezione.

I due gruppi principali sono le reti broadcast e le reti cable: generalizzando, le prime sono aperte a chiunque possegga un apparecchio televisivo, le seconde forniscono un’offerta a pagamento, che sia tramite abbonamento, on demand o tramite una combinazione dei due elementi. Quindi le prime basano la loro esistenza sui ricavi pubblicitari, tendono a offrire una programmazione più generalista e accessibile anche alle fasce meno istruite, mentre le seconde contano molto sulla vendita di abbonamenti, quindi sullo spettatore attivo e non passivo, quindi su un’offerta di qualità o molto mirata.

Cominciamo con le reti broadcast, che ci offrono la maggioranza di ciò che – ahem – guardiamo anche qui. Una microscopica annotazione: parlo di fiction televisiva seriale, non di programmi di approfondimento, notiziari, sport. Parlo di programmazione primetime, la nostra prima serata, non di daytime, la programmazione mattutina e pomeridiana.

NBC

La National Broadcasting Company è quella del logo col pavone, per intenderci. Esiste da un sacco di tempo e al momento se la passa un po’ male, schiacciata dagli altri colossi e incapace di produrre una scelta creativa che funzioni, dal punto di vista dei drama, da troppo tempo. I tentativi di eccellenza ci sono stati e restano tra gli esempi più virtuosi di serialità televisiva su una rete broadacast, pur essendo stati uccisi dagli ascolti: Friday Night Lights, acquistata all’ultimo momento e portata a termine da Direct TV, o Kings, lasciato morire dopo una manciata di episodi, sono tra questi. L’offerta attuale è molto fragile, purtroppo, e la cancellazione di alcuni, atroci nuovi show ha messo ulteriormente in difficoltà la rete.

Ciò che nessuno può togliere alla Nbc sembra essere il polso sulle comedy. È stata la casa di Frasier e di Friends, dalla cui conclusione non si è mai ripresa, e ospita ora alcune delle migliori sit com in circolazione: Community, Parks & Recreation, The Office. Ascolti piuttosto bassi, qualità decisamente al di sopra della media.

Una serie da vedere: Parks & Recreation, se siete in Italia, perché è splendida (ma saltate la prima stagione a piè pari e senza rimpianti); Community, se siete negli Stati Uniti, perché è a rischio cancellazione e ha bisogno di voi.

CBS

Se la CBS avesse un motto (probabilmente ce l’ha, ma non ho voglia di informarmi) dovrebbe essere «Squadra che vince non si cambia». È il network delle serie che durano all’infinito, dei grandi classici: CSI e figli, How I Met Your Mother, Two and a Half Men, NCIS, The Big Bang Theory. È una macchina mangia soldi: quando produce uno show ci sono ottime garanzie che si rivelerà sempliciotto, poco originale, ripetitivo ma che, soprattutto, farà numeri incredibili e andrà in onda per anni. Le serie e i reality della CBS sono corazzate, non guardano in faccia nessuno e sanno come ingraziarsi il pubblico, raccogliendone fette sempre più ampie man mano che le serie semplificano i loro concept e cominciano a puzzare di naftalina. Le serie CBS partono col botto, conquistano una larghissima fetta di pubblico e poi cercano di abbassarsi al livello di quelli che ancora non hanno stregato: funziona.

Una serie da vedereThe Good Wife, un legal appassionante e delicatissimo nell’illustrare le dinamiche tra i personaggi. Nulla di meno scontato.

ABC

Vi ricordate il 2004? No? Allora ve lo ricordo io: è stato l’anno di Lost, di Grey’s Anatomy, di Desperate Housewives. Molti l’hanno dimenticato, ma queste ultime due sono state ottime serie drammatiche, al loro esordio. Ebbene, se voi potete averlo rimosso la ABC se lo ricorda fin troppo bene, perché è da allora che cerca di riprodurre lo stesso successo. Rete orientata al pubblico femminile adulto, tende a produrre serie con forti premesse che sfociano, inevitabilmente o quasi, in intensissime e complesse trame sentimentali.

Una serie da vedereSuburgatory, una comedy leggera e sfiziosa.

The CW

La rete per i giovani scemi, che sembra seguire un unico comandamento nella scelta delle sue serie: purché siano adolescenti e/o abbiano i poteri. Nata dalla fusione tra WB (purché abitino in una cittadina di provincia) e UPN (la rete, non chiedetemi perché, rivolta alle donne di colore, anche nota come la rete che salvò Buffy), la CW ha fatto della programmazione di pessima qualità un suo tratto distintivo. Pensate a una brutta serie per adolescenti attualmente in onda, al 90% viene trasmessa dalla CW. Qualche esempio? 90210, Gossip Girl, The Vampire Diaries, The Secret Circle, One Tree Hill.

La CW ha altri due insoliti, ma ingombranti, tratti caratteristici: una colonna sonora molto invadente e i continui accoppiamenti tra gli attori sotto contratto con la rete. È quasi scientifico: quando una musica rende quasi impossibile ascoltare i dialoghi, è probabile che si tratti di una serie CW. Quando due facce note solo a vostro cugino adolescente si sposano, al 99% saranno attori di una (o più) serie CW.

Una serie da vedere: Suonerà assurdo ai più, ma The Vampire Diaries è diventato niente male.

FOX

Se avete mai guardato The Big Bang Theory, probabilmente riconoscerete questo dialogo. Premessa: Sheldon è arrabbiato con Leonard e lo sta costringendo a scegliere la persona più malvagia in terzetti di persone molto malvage.

Leonard: Okay, I know what will cheer you up, let’s play one of your driving games!
Sheldon: Alright. This game is called Traitors. I will name three historical figures, you put them in order of the heinousness their betrayal. Benedict Arnold. Judas. Dr. Leonard Hofstadter.
Leonard: Do you really think I belong with Benedict Arnold and Judas?
Sheldon: You’re right. Judas had the decency to hang himself after what he did.
Leonard: C’mon, Sheldon. Can’t you at least try to understand how much this means to me?
Sheldon: Round two: Leonard Hofstadter, Darth Vader, Rupert Murdoch.
Leonard: Rupert Murdoch?
Sheldon: He owns FOX and they cancelled Firefly. Hint: he and Darth Vader are tied for number two.

Leonard: Okay, so cosa ti tirerà su di morale, facciamo uno dei tuoi giochetti da viaggio in macchina!
Sheldon: D’accordo. Questo gioco si chiama Traditori. Citerò tre figure storiche e tu devi metterle in ordine secondo l’efferatezza del loro tradimento. Benedict Arnold. Giuda. Dr. Leonard Hofstadter.
Leonard: Credi davvero che io possa essere paragonato a Benedict Arnold e Giuda?
Sheldon: Hai ragione, Giuda ha avuto la decenza di impiccarsi dopo ciò che ha fatto.
Leonard: Avanti, Sheldon. Non puoi almeno provare a capire quanto questo è importante per me?
Sheldon: Secondo turno: Leonard Hofstadter, Darth Vader, Rupert Murdoch.
Leonard: Rupert Murdoch?
Sheldon: Possiede la Fox, e la Fox ha cancellato Firefly. Un indizio: lui e Darth Vader sono al secondo posto a parimerito.

La Fox lascia dietro di sé una scia di cadaveri, serie uccise senza pietà al primo cenno di ascolti sotto la media. Ma è anche una rete coraggiosa, che non ha paura di sperimentare concept rischiosi, di spingere un po’ oltre la barriera del già visto. Certo, poi cancella tutto quello che non funziona e lo scioglie nell’acido, come un serial killer ben addestrato. Ma non possiamo dimenticare che Fringe è ancora in onda e che Dollhouse, data per spacciata dal primo episodio, ha avuto ben due stagioni.

Una serie da vedereFirefly, come dice Sheldon (e come dico io). E Fringe, che ha le sue cadute di stile ma resta un drama sci-fi notevole.

Nella prossima puntata si parla di sesso, droga e canali via cavo.

Chiara Lino

Giornalista del Post. Scrive recensioni di serie tv su Serialmente e ha lavorato come grafica e interaction designer.