domenica 23 Aprile 2023
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha accusato sabato la Stampa di avere manipolato un suo “intervento pubblico” definendolo un’intervista e attribuendogli virgolettati inventati. La Stampa ha risposto che “quella uscita oggi sul quotidiano è l’esatta e fedele trascrizione dell’intervista tra Guido Crosetto e il vicedirettore della Stampa Federico Monga, avvenuta nel corso di un evento pubblico nella sede della Confindustria di Cuneo, di fronte a centinaia di persone”. La spiegazione del giornale è fondata, ma si appoggia su un’ambiguità relativa al termine “intervista”: è vero che un incontro pubblico con domande e risposte può essere chiamato “intervista”, ma è una cosa diversa da quello che i lettori immaginano sia stata invece una conversazione dedicata alla pubblicazione e con l’intervistato consapevole di quella destinazione. La risposta della Stampa non si occupa invece dell’accusa sulla correttezza del virgolettato nel titolo dell’intervista: questione quotidiana nella titolazione dei giornali, in cui i virgolettati sono abitualmente inventati allo scopo di rendere più “efficaci” delle risposte che non lo sono abbastanza.
Sempre su interviste e virgolettati, c’è stato un vivace dibattito sull’account di Facebook dello scrittore e giornalista Piergiorgio Paterlini a proposito della frequente richiesta di alcuni intervistati di rivedere il contenuto delle interviste. Alcuni giornalisti la ritengono un’ingerenza nella propria autonomia e responsabilità, altri considerano che sia normale che l’intervistato possa voler verificare che il suo pensiero – di cui è titolare – sia riportato accuratamente. La complicazione rispetto a queste due posizioni è data dal timore che l’intervistato possa voler censurare delle cose rilevanti effettivamente dette, in un secondo momento.
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