domenica 22 Gennaio 2023

Vale per tutti

Nelle ore successive all’arresto del capo mafioso Matteo Messina Denaro hanno cominciato a circolare su alcuni siti di news, tra le molte diverse informazioni, documenti medici relativi alle cure che stava ricevendo e alle sue patologie. Per i quali l’equilibrio tra rilevanza della notizia e rispetto della privacy è diventato rapidamente una questione (anche nelle scelte della redazione del Post ).

La questione è stata dibattuta sia sui social network che in molte altre redazioni – con un intervento del Garante per la privacy – e sabato è stata affrontata in un articolo di Vitalba Azzollini sul quotidiano Domani.

“Nel caso di Messina Denaro entrano in gioco, da una parte, gli obblighi della struttura sanitaria ove il boss era in cura; dall’altra i limiti dell’attività giornalistica. Quanto al primo versante, chi all’interno della clinica ha divulgato la cartella clinica di Messina Denaro ha commesso un illecito: i dati sanitari possono essere trattati ai soli fini per cui sono stati raccolti, salvo motivi eccezionali. Quanto al secondo versante, come visto, le norme prevedono deroghe alla disciplina ordinaria del trattamento dei dati personali quando si esercita il diritto di cronaca, ma con limiti imprescindibili, in primis l’essenzialità della notizia. La pubblicazione di dettagli sanitari su Messina Denaro non era funzionale alla notizia della sua cattura, quindi andava evitata. Basti pensare che, nella conferenza stampa relativa all’arresto, forze dell’ordine e magistrati non hanno fatto alcun riferimento a specifiche informazioni sulla patologia medica”.

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