domenica 2 Marzo 2025
Infine un’ultima cosa, in questa successione di cronache dalle involuzioni trumpiane, lunga ma necessaria in una newsletter che si occupa del futuro dei giornali (e soprattutto della sua dannazione). Avevamo scritto due settimane fa della peculiare condizione del Wall Street Journal, che sta conservando – da posizioni conservatrici – un’autonomia di giudizio rara, e alternando editoriali di apprezzamento di alcune iniziative della nuova amministrazione Trump ad altri fortemente scettici o preoccupati, soprattutto sulle cose più importanti. E avevamo scritto di come Trump evidentemente non sapesse come muoversi di fronte a una testata che non è di certo tra quelle che giudica della parte avversa ma che lo critica con frequenza.
Ecco, alla fine ha sbottato anche contro il Wall Street Journal, con un post metà rispettoso, e metà deluso, in cui si mostra tradito da quelli che si aspetta che siano dalla sua e conferma la sua incapacità di capire che un giornale possa giudicare i fatti senza pregiudizio o partigianeria: «Non riesco a capire l’editorial board del Wall Street Journal », dice, «a volte mi vengono inaspettatamente in soccorso, e lo apprezzo, altre volte prendono delle totali cantonate».
Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.