domenica 17 Dicembre 2023
The Nation è una rivista statunitense che ha sede a New York: nacque 158 anni fa e mantiene ancora oggi una presenza vivace nel dibattito politico e intellettuale americano. Fu fondata come settimanale nel luglio 1865 a Manhattan da un gruppo di sostenitori dell’abolizione della schiavitù. La rivista ebbe Martin Luther King come corrispondente per i diritti civili tra il 1961 e il 1966, assunse una posizione molto critica rispetto alla guerra in Vietnam e nel 2003 si oppose all’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti durante la presidenza di George W. Bush. The Nation ha costruito la sua reputazione come rivista di sinistra, progressista, vicina, ma in modo critico, al Partito Democratico americano: nella sua storia, The Nation ha sostenuto tre candidati alle primarie dei democratici, Jesse Jackson nel 1988, Barack Obama nel 2008 e Bernie Sanders nel 2016 e 2020.
In questi giorni è stato annunciato che The Nation diventerà un mensile (usciva ogni due settimane dal 2020) di 84 pagine invece delle 48 attuali, perché, spiega il direttore Don David Guttenplan, gli abbonati hanno chiesto di ricevere «una maggiore quantità di ciò che facciamo sul cartaceo in una volta sola, e meno frequentemente. Perché in questo modo possiamo andare più in profondità, fornire un quadro generale migliore, dare più contesto, fare più indagini»: ma dietro questa versione c’è soprattutto la crisi dei magazine e la necessità di riduzione dei costi. La maggior parte dei ricavi della rivista arriva dai donatori e dagli abbonati e, continua Guttenplan, è a loro a cui «dobbiamo prestare attenzione». The Nation ha circa 90 mila abbonamenti di cui circa l’80% alla rivista cartacea; includendo le vendite in edicola la tiratura complessiva è tra le 92 mila e le 94 mila copie: in calo rispetto alla tiratura del 2021 (96 mila copie) e a quella del 2006 (186 mila copie). Bhaskar Sunkara, presidente (si occupa della strategia editoriale e commerciale) di The Nation , ha detto che questo non è un passo «verso un futuro esclusivamente digitale» ma «un modo per offrire un prodotto cartaceo migliore, piuttosto che abbandonare la stampa».
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