domenica 22 Dicembre 2024
Le insistenze degli editori dei giornali – tra pressioni politiche, articoli sui quotidiani e pagine pubblicitarie – hanno ottenuto che nella legge di bilancio approvata in questi giorni fossero inseriti ( in una lingua involuta e zoppicante, peraltro: a proposito di contribuire all’informazione dei cittadini) 50 milioni supplementari destinati al “fondo per l’editoria” (per un totale di 295 milioni). Ovvero al fondo che viene usato per i discussi contributi pubblici ad alcune testate (contributi che prescindono da qualunque criterio di qualità dell’informazione) e per altri finanziamenti ai giornali stessi.
Charlie ha già spiegato in passato il problema di concorrenza sleale creato da questi contributi, e quello dell’aggiramento delle norme per accedervi da parte di alcune aziende editoriali. In questa occasione è anche utile segnalare l’indebolimento dell’autonomia giornalistica generato dalle richieste di sostegno economico al governo e alle forze politiche da parte di giornali che si attribuiscono il ruolo di controllo indipendente e critica dei poteri politici.
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