domenica 5 Giugno 2022
La distribuzione degli investimenti pubblicitari sui diversi quotidiani italiani da parte dei diversi inserzionisti è legata a fattori e valutazioni diverse: la principale, naturalmente, sono i numeri di lettori che ciascuna testata può vantare e che quindi l’inserzione può raggiungere; ma i giornali con più lettori ne fanno tesoro, e chiedono agli inserzionisti prezzi maggiori, quindi il costo degli spazi è un altro fattore; poi c’è la “profilazione” dei destinatari della pubblicità, che sui quotidiani è molto più generica rispetto a internet, ma lo stesso può avere un valore (per esempio per i quotidiani locali, oppure con identità e lettori più definiti, come per i quotidiani finanziari, o sportivi); infine ci possono essere ragioni di sintonia, relazioni, interessi, di un’azienda o di un’istituzione con una determinata testata, che superano le valutazioni precedenti.
Il primo fattore continua comunque a essere determinante, soprattutto in tempi in cui alcune grandi testate stanno praticando sconti eccezionali e offerte agli inserzionisti (e questo spiega come mai possa capitare di vedere con grande frequenza negli ultimi due anni brand sconosciuti, aziende molto piccole o persino commerci locali, capaci di acquistare pagine intere su grandi quotidiani). E genera una sproporzione tra i due quotidiani maggiori e tutti gli altri quotidiani: ogni giorno Repubblica e Corriere della Sera hanno spazi pubblicitari su oltre metà delle loro pagine, e quelle che sono interamente occupate da un inserzionista vanno tra le sei e le dieci (anche se a volte vengono occupate con autopromozioni delle stesse testate), compresa l’ultima che lo è sempre in quasi tutti i quotidiani, perché più visibile, ambita e costosa. Se prendiamo anche soltanto la Stampa , venerdì ne aveva quattro, martedì appena due. Il Sole 24 Ore ne aveva sei venerdì, quattro martedì e due giovedì.
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