domenica 9 Ottobre 2022
«Non siamo mica Town & Country , siamo il fottuto Rolling Stone », dice Noah Schachtman, 51 anni e direttore di Rolling Stone da un anno, in un lungo articolo dedicato alla nuova identità di quel giornale, pubblicato su Vanity fair .
Rolling Stone è una testata mensile ormai “storica” e di grandi fasti passati: nacque nel 1967 come quattordicinale e contenitore di nuove culture del tempo, di molta musica, e di molti reportage di attualità, inventato da Jann Wenner, che ne è rimasto capo fino a pochi anni fa quando ha venduto al gruppo editoriale Penske: suo figlio Gus è ora CEO dell’azienda.
Schachtman aveva diretto per sette anni (in due ruoli diversi) Daily Beast , uno dei primi e più vivaci giornali online americani, dandogli uno spazio ammirato e criticato allo stesso tempo, attraverso scoop aggressivi e approcci “da tabloid”. Adesso, racconta l’articolo di Vanity Fair , sta portando quell’impostazione a Rolling Stone , con inchieste e posizioni polemiche e secondo alcuni “gli interessano più gli scandali sui musicisti che la musica che fanno”, malgrado una giovinezza da bassista: ma anche con un entusiasmo e una motivazione che sono apprezzati da buona parte della redazione. Rolling Stone dichiara tuttora una diffusione di mezzo milione di copie di carta, mentre la sua presenza online è diventata una priorità solo negli ultimi tempi con la direzione Schachtman.
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