domenica 10 Ottobre 2021
Il sito britannico che si occupa del business dei media PressGazette, ha dato un po’ di informazioni sugli accordi conclusi da Google per il suo progetto Showcase: l’iniziativa per retribuire le maggiori testate in ogni paese del mondo in cui Google teme che le suddette testate possano ottenere compensi maggiori (per l’uso dei loro contenuti da parte di Google) per vie legali. Ne avevamo scritto qui e qui. Ormai Google ha concluso accordi con molti siti di news (anche italiani, compreso il Post), e sta ancora trattando con altri che non hanno finora accettato la misura dei compensi proposti: gli accordi durano tre anni, e sono retribuiti con una cifra forfettaria pattuita con ciascuna testata in cambio della rinuncia ad altre pretese, spiega PressGazette, che dice che le testate coinvolte sono oltre mille in 15 paesi. Le informazioni non sono facili da ottenere perché i contratti prevedono delle clausole di riservatezza sui termini, ma l’articolo sostiene:
– che alle testate australiane siano andate cifre maggiori per le leggi che in quel paese danno maggiore potere contrattuale ai giornali;
– che i compensi siano proposti da Google sulla base del traffico di ciascun sito, del costo di eventuali abbonamenti per i contenuti usati, del numero di articoli prodotti;
– che alcune testate che Google ritiene avere un potere di influenza politica maggiore abbiano ricevuto compensi più alti nella forma di pagamenti per servizi accessori forniti da Google;
– che PressGazette sia riuscita a ottenere informazioni sul valore degli accordi con alcune aziende giornalistiche britanniche: l’editore JPI, che pubblica molti giornali locali, tra cui due o tre importanti, riceverebbe 800mila sterline l’anno (936mila euro); Reach, editore del tabloid Mirror e di molti altri quotidiani locali, tra un milione e un milione e mezzo di sterline.
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