domenica 21 Maggio 2023
Abbiamo scritto spesso delle impressioni di scarsa visione e competenza che ha ripetutamente generato il gruppo di imprenditori che ha negli anni passati acquistato diversi quotidiani locali che erano stati del gruppo Espresso e poi GEDI: il Tirreno di Livorno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio, la Nuova Ferrara, la Nuova Sardegna di Sassari. Soprattutto al Tirreno (ma non solo), quello con la storia e la diffusione maggiori, queste impressioni sono da tempo condivise anche dalla redazione, e adesso le cose stanno peggiorando ulteriormente. Il Comitato di redazione ha pubblicato lunedì un comunicato molto severo annunciando reazioni alle prospettive di tagli ulteriori (tra cui anche quello del progetto fiorentino che era stato appena creato tra molti scetticismi e sensazioni di sventatezza).
L’assemblea dei redattori del Tirreno, riunitasi la mattina del 17 maggio 2023, è stata informata dal Cdr della volontà da parte dell’azienda di rivedere gli accordi sottoscritti in sede ministeriale appena tre mesi fa (la firma risale al 26 gennaio) tra il Gruppo Sae e i rappresentanti dei giornalisti, della durata concordata di 18 mesi.
Si tratta dell’ennesima richiesta di modifica da parte dell’azienda di impegni formali presi in tavoli istituzionali.
Nello specifico, sulla scorta della sommaria illustrazione dei conti trimestrali e della proiezione a fine esercizio è stata messa sul tavolo dall’azienda la necessità di innalzamento della percentuale di cassa integrazione passando dall’attuale 18% al 25% per i prossimi dodici mesi. Una decisione che se adottata porterebbe un peggioramento ulteriore del livello salariale, dei carichi di lavoro e avrebbe ricadute devastanti sull’organizzazione delle redazioni e sulla qualità del giornale.
L’assemblea all’unanimità respinge la richiesta dell’azienda, evidenziando una serie di criticità, che oltre a quanto detto, mettono in luce l’inaffidabilità della controparte.
L’assemblea ha proclamato all’unanimità lo stato di agitazione, che prevede il blocco immediato dell’inserto Toscana Economia, affidando al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero.
Nello stesso comunicato si informa del voto di sfiducia nei confronti del direttore nominato un anno e mezzo fa e vissuto più come uno strumento delle intenzioni della proprietà – con cui ha antiche relazioni – che degli interessi del quotidiano.
Per questo l’assemblea ha deciso di mettere al voto la fiducia al direttore. L’esito del voto su un totale di 47 giornalisti che hanno preso parte alla votazione: 40 hanno votato la sfiducia al direttore, 5 schede bianche e 2 contrari.
La sfiducia nei confronti di un direttore da parte della redazione non ha conseguenze pratiche (e l’editore che decide) ma è sempre un pessimo segnale delle relazioni presenti e future tra redazione e direttore. Nel frattempo, la Gazzetta di Reggio ha scioperato lunedì scorso, per timori e considerazioni simili.
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