domenica 11 Settembre 2022
Il dibattito sulla pubblicazione o meno – e con quali spazi e accorgimenti – di immagini “sensibili” per ragioni diverse (impressionanti per i lettori, indiscrete o irrispettose per chi è raffigurato) è sempre molto vivace : da una parte c’è stato un abbassamento dell’asticella per cui sui giornali ci si danno meno limiti di un tempo, dall’altra i social network hanno reso più sonore (a volte persino ricattatorie) le reazioni e le proteste dei lettori. I casi si succedono con frequenza.
Due scelte molto diverse degli ultimi giorni sui quotidiani italiani sono interessanti da confrontare, proprio perché scelte opposte sono state fatte su complicazioni di scala molto distante. Lunedì della settimana scorsa, la Stampa – il giornale era stato protagonista di un dibattito molto sentito e delicato sette anni fa, ma anche di un incidente più recente rispetto alla scelta di una foto ucraina in prima pagina – ha scelto di mettere in prima pagina la fotografia di un bambino di due anni morto e sfigurato a Makariv, in Ucraina. Scelta che è stata criticata – con toni strumentali e ambigui, assolvendo il direttore della Stampa ma criticando i redattori – dal direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri.
Pochi giorni dopo, alle prese con una notizia di tutt’altra scala, la Nuova Venezia – quotidiano del gruppo GEDI – ha fatto una scelta opposta e prudentissima: la “notizia” era quella della protesta del cliente di una pizzeria di Caorle che si era visto consegnare una pizza su cui era stata composta una bestemmia, e l’aveva fotografata e mostrata su Tripadvisor. Nel riportare la storia, la Nuova ha scelto di proteggere i propri lettori ma di mostrare comunque l’immagine – “irriconoscibile” – della pizza pesantemente pixelata.
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