domenica 2 Luglio 2023
La redazione del Journal du dimanche, uno dei settimanali più importanti in Francia (chiamato dai suoi lettori JDD) è in sciopero da più di una settimana per protestare contro la recente e improvvisa nomina a direttore di Geoffroy Lejeune. JDD è un giornale nazionale di attualità e politica moderato e filo-istituzionale mentre Lejeune appartiene all’ambito della destra identitaria francese: ha diretto per anni il magazine Valeurs actuelles, che secondo il quotidiano francese Le Monde ha l’obiettivo di “portare la destra ancora più a destra” e nel 2015 aveva pubblicato il romanzo Un’elezione ordinaria che immaginava e auspicava la candidatura e la vittoria alle presidenziali di Éric Zemmour, intellettuale e conduttore tv di destra che si era poi effettivamente candidato nel 2022, prendendo poco più del 7% dei voti.
Come ha raccontato in Italia un articolo sul Foglio il cambio di direzione darà inevitabilmente al settimanale una linea più conservatrice, ed è attribuito a Vincent Bolloré, miliardario francese e imprenditore nel settore dell’informazione e della televisione che ha da poco acquistato la quota maggioritaria del Gruppo Lagardère, di cui fa parte JDD.
Bolloré è noto per acquistare delle pubblicazioni e delle reti televisive e cambiare la loro linea editoriale, spostandole sempre più a destra. Questo era già successo con il magazine Paris Match e diversi canali come C8, Canal+ e CNews (una specie di Fox News francese) che avevano dato moltissimo spazio a Éric Zemmour prima e durante la sua campagna presidenziale fondata sull’odio razziale, abitudine per cui è stato condannato nel 2022.
La redazione del Journal du dimanche, che ha impedito con il suo sciopero la pubblicazione del settimanale lo scorso weekend per la seconda volta in 75 anni, ha ricevuto un ampio sostegno dai suoi lettori e dal mondo della politica e dei media non appartenenti all’ambiente della destra identitaria: dalla ministra per la Cultura Rima Abdul Malak, ai giornalisti dei principali quotidiani francesi, alle 400 personalità del mondo politico, economico, sociale, culturale, e sportivo che hanno firmato un appello pubblicato da Le Monde.
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