domenica 9 Giugno 2024
L’editore del quotidiano romano Il Messaggero ha licenziato il direttore Alessandro Barbano neanche due mesi dopo averlo assunto. Assunzione che aveva già a sua volta una storia propria, essendo stato Barbano licenziato discutibilmente dallo stesso editore nel 2018 (in quel caso dalla direzione del Mattino, quotidiano napoletano anch’esso di proprietà del gruppo Caltagirone, di ricchezze legate alle costruzioni e alle attività immobiliari).
Barbano, conosciuto come giornalista serio e riservato, non ha dato spiegazioni del licenziamento: notizie varie lo avevano legato a sue scelte di indipendenza dalla maggioranza di governo non apprezzate dall’editore, ma sia Barbano che l’editore le hanno dichiarate false.
Il vicedirettore Guido Boffo è diventato direttore del Messaggero. L’assemblea dei redattori del giornale ha diffuso un comunicato in cui annuncia uno “sciopero delle firme” (di impatto limitato: il giornale ospita ogni giorno molti articoli firmati da collaboratori esterni) ed esprime una serie di timori e critiche nei confronti della proprietà.
“L’assemblea dei redattori del Messaggero esprime sconcerto per le modalità con le quali è stato licenziato il direttore Alessandro Barbano, dopo appena un mese alla guida del giornale e senza che ne siano state esposte formalmente le motivazioni. L’assemblea esprime forte preoccupazione per la perdurante mancanza di un piano editoriale, che dia contezza della programmazione del lavoro dei giornalisti. Una situazione, questa, aggravata proprio dalla mancanza di continuità nella guida del Messaggero e di chiarezza sui motivi delle ripetute modifiche ai vertici della redazione. L’assemblea rimarca il clima di lavoro sereno e rispettoso che si era venuto a creare durante la breve direzione di Barbano, dopo anni difficili che avevano reso i rapporti interni sempre più tesi.
L’assemblea chiede alla direzione chiarimenti sul futuro del giornale e l’attuazione di un piano editoriale dettagliato e condiviso con i giornalisti. Chiede altresì che venga conservato il clima di fattiva collaborazione e serenità all’interno della redazione, dà mandato al Comitato di redazione di vigilare affinché non ci siano cambi di rotta su questi punti fondamentali e affida al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero.
Per rimarcare la nostra preoccupazione il giornale uscirà senza le firme dei giornalisti del Messaggero fino a lunedì 10 giugno”.
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