domenica 27 Febbraio 2022
Un problema imprevisto per i siti di news dei giornali, una ventina d’anni fa, fu il realizzare che l’accostamento tra i loro articoli e i banner e le inserzioni pubblicitarie era assai meno controllabile che sulla carta, e che poteva generare effetti controproducenti, prossimità comiche, e contraddizioni in particolare tra il tono drammatico di certe notizie e la leggerezza di alcune pubblicità. Malgrado l’applicazione di alcuni filtri e regole – efficaci fino a un certo punto – le cose sono si sono poi ulteriormente complicate con la pubblicità “programmatic“, che si adegua più alla navigazione del singolo utente che alla pagina che la ospita, e quindi il suo rapporto con quest’ultima è incontrollabile.
Ma ancora nei giorni scorsi anche sui siti italiani si sono notate incongruenze o eccessive congruenze, con la gravità delle notizie ucraine.
E più in generale, il problema stavolta ha riguardato molto alcuni quotidiani di carta: l’attacco russo all’Ucraina è arrivato sui giornali nei giorni delle sfilate di moda milanesi, quelli in cui uno dei settori più importanti di investimento pubblicitario sui giornali acquista più spazi e offre loro preziosi ricavi per i loro bilanci in difficoltà. Sarebbe stato molto difficile e costoso rifiutarli (se ci pensate, c’è qualche similitudine con la questione delle sanzioni: cosa sacrificare del proprio benessere economico rispetto a un bene più largo ma meno prioritario per il proprio interesse): ma la scelta si è fatta notare qui, qui, qui, qui e qui, per esempio.
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