domenica 21 Novembre 2021
Un articolo del Washington Post ha raccontato la rinnovata centralità degli “obituaries”, ovvero degli articoli di necrologio dedicati alla morte di persone famose o con storie rilevanti, che nel gergo delle redazioni italiane vengono chiamati “coccodrilli”, e che sono spesso preparati con mesi o anni di anticipo. Le dinamiche di condivisione individuale e collettiva incentivate dai social network hanno trasformato le notizie sulle morti in opportunità di partecipazione e coinvolgimento personale da parte dei lettori, creando una sorta di cerimonia online fatta di like ed engagement intorno alla loro diffusione e un’occasione di traffico e visibilità per le testate più rapide a condividere i propri obituaries: il New York Times ne ha pronti circa 1850, per esempio, e il Washington Post 900. La “nostalgia dei baby boomer”, dice l’articolo, è uno dei fattori della aumentata attenzione verso le morti di personaggi noti (in Italia la settimana scorsa è circolata tantissimo la notizia di un personaggio del telefilm Happy Days malgrado quasi nessuno ricordasse fosse mai esistito, probabilmente anche tra gli accorati autori degli articoli). L’aumento del numero di celebrities note, conseguente all’aumento del traffico di informazioni, ha inoltre reso molto più frequenti notizie che ricadano in queste categorie.
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