domenica 19 Settembre 2021
La pagina a pagamento di auguri di compleanno per Marcello Dell’Utri pubblicata sul Corriere della Sera – l’avevamo citata la settimana scorsa – ha generato proteste nello stesso Comitato di Redazione del Corriere della Sera, come ha raccontato un articolo del Fatto.
“Caro Direttore. Vorremmo esprimerti il disagio nostro e di molti colleghi dopo aver visto un’intera pagina del Corriere dedicata all’inserzione a pagamento per gli auguri di compleanno a Marcello Dell’Utri. L’iniziativa ha suscitato anche la reazione di molti lettori, con commenti non lusinghieri sui social. Comprendiamo che questa pagina è ben diversa da un’altra inserzione, sempre a pagamento, pubblicata sette anni fa, che era una strisciante interferenza nell’attività degli organi inquirenti. Ma anche per questo precedente riteniamo che chi gestisce le pagine pubblicitarie dovrebbe osservare maggiore attenzione ed evitare che sorga anche il minimo dubbio sull’assoluta intransigenza del Corriere della Sera nei confronti di chi ha condanne definitive per reati di mafia ed è imputato in altri processi, sempre per reati di mafia”.
(È interessante notare come in questo caso i giornalisti del Corriere ritengano che i commenti polemici e velenosi sui social network siano un giudizio rispettabile di cui tenere conto, quando spesso invece li contestano come una deriva esecrabile dell’atteggiamento dei lettori nei confronti del lavoro dei giornali).
Nella sua rubrica in prima pagina su Libero, Filippo Facci ha invece segnalato l’anomalia della pretesa da parte del CdR del Corriere della Sera di una “pena accessoria” e a vita per un condannato che ha già scontato la condanna ricevuta da un tribunale (oltre a criticare un’indulgenza del CdR del Corriere su altre promozioni mascherate: indulgenza diffusa però in diverse testate, compreso lo stesso Libero).
“Avete capito bene: non si possono fare gli auguri di compleanno a un condannato (pagando) perché spunta la pena accessoria di via Solferino, spunta l’intransigenza evidentemente ignara di tutte le marchette (articoli, foto, redazionali) dedicate ai loro inserzionisti. Vogliamo contarle? Potreste vigilare su quelle: tipo il celebre articolo (pagina intera) dedicato a «un prosciutto a New York» presentato da un inserzionista che fa salumi e che è anche sponsor del Torino, la squadra del vostro padrone Urbano Cairo”.
In uno dei quotidiani casi di questo genere, lo scorso giugno, il CdR del Corriere della Sera era in effetti intervenuto.
(Il confronto tra Corriere e Libero è poi, diciamo, trasceso).
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