domenica 22 Ottobre 2023
Il sito specializzato di media e pubblicità Digiday ha sintetizzato i temi principali di discussione di un convegno newyorkese sponsorizzato dal grande gruppo editoriale Condé Nast: ovvero lo spostamento degli inserzionisti verso nuovi criteri di valutazione dei propri investimenti sui mezzi di informazione, più legati alla “qualità” della permanenza sui siti e all’autorevolezza dei brand giornalistici che alle quantità di traffico e alla profilazione dei visitatori raggiunti dalla pubblicità. Con quest’ultimo approccio sempre più limitato dai vari interventi di protezione della privacy degli utenti, l’articolo spiega che alcune grandi aziende provano a “usare i giornali come influencer”, associando le proprie campagne a progetti creati da testate credibili e apprezzate dalle loro comunità di utenti. Non è la prima volta in questi anni che si parla di un investimento più sulla qualità che sulla quantità da parte degli inserzionisti, e i casi finora hanno riguardato progetti e brand tutto sommato minoritari, ma c’è una tendenza in questo senso, resa necessaria anche dal declino di attenzione sugli infiniti spazi pubblicitari online convenzionali e dalla maggior resistenza delle piattaforme social a indirizzare i propri utenti all’esterno.
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