domenica 23 Maggio 2021

Prologo – Ci vogliono teste nuove

Il Washington Post aveva giovedì un articolo sul particolare personaggio che è l’editore del Los Angeles Times, di cui abbiamo parlato in altre occasioni: medico di enormi successi scientifici e imprenditore miliardario, nato in Sudafrica da genitori cinesi e rimasto in California dopo i perfezionamenti universitari. Uno di quegli uomini o donne che chiamiamo geni, dice il Washington Post. Eppure, è in grosse difficoltà nell’applicare le sue ambizioni e intelligenze ai destini di uno dei più grandi quotidiani statunitensi: come ha commentato un esperto di media che lo conosce, «Patrick si è sopravvalutato, penso sia stato sorpreso lui stesso dalle difficoltà del business dei giornali: che non è destinato a nessuna soluzione facile».
I parziali successi che Soon-Shiong ha finora ottenuto si devono principalmente a due fattori, che condivide con quello che Jeff Bezos ha portato proprio al
Washington Post: molti soldi da metterci e disponibilità a innovare e cambiare molto. I suoi insuccessi invece si devono alla terza cosa che Bezos ha e forse Soon-Shiong – e molti altri imprenditori di successo anche da noi – no: la familiarità con le trasformazioni digitali, culturali e sociali che permettono di immaginare l’editoria dei giornali come una cosa completamente diversa da quello che era appena vent’anni fa.

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