domenica 19 Settembre 2021
La popolarità del formato delle newsletter è stata in questi anni uno dei fenomeni più nuovi e inattesi nel campo dei formati giornalistici: da una parte spingendo tutte le testate del mondo a investirci con newsletter proprie, dall’altra creando un mercato per prodotti nuovi e autonomi, newsletter fondate dove una volta si fondavano i giornali, o i blog.
Per i giornali le newsletter sono sia un contenuto in più per attrarre i lettori che un prodotto in più per ottenere che i lettori paghino e si abbonino.
Tutto questo sta incontrando impreviste ansie da quando Apple ha annunciato ulteriori interventi nei suoi sistemi operativi per difendere la privacy degli utenti, e tra questi delle limitazioni alle informazioni che chi manda le newsletter può ottenere sui destinatari: in particolare sull’apertura delle newsletter stesse e in quali orari o occasioni, ma anche su clic e navigazioni dei destinatari. Questa settimana saranno disponibili per gli utenti di iPhone e computer Apple i sistemi operativi (e i software di posta) aggiornati e c’è preoccupazione soprattutto nel business della pubblicità e del “digital marketing“, ma anche tra gli editori: tutti avranno molti meno strumenti per conoscere e profilare i destinatari delle comunicazioni via mail, con ricadute sul valore pubblicitario e sull’efficacia delle promozioni di abbonamenti e servizi. Gli utenti Apple sono naturalmente una parte dei lettori raggiunti dalle newsletter (la metà secondo diverse valutazioni) e quelli che usano il software di posta Mail molti meno: ma è una quota preziosa e significativa per le valutazioni dei comportamenti, e il timore è che in prospettiva simili protezioni possano diventare più sentite e richieste anche dagli utenti di altri servizi. E Apple sta già comunicando molto questa sua offerta nei confronti dei suoi potenziali nuovi utenti.
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