domenica 18 Dicembre 2022
Il sito Professione Reporter ha raccontato nuovi sviluppi nell’accidentato percorso di trasformazione di Repubblica di questi tre anni, seguito all’acquisizione del gruppo editoriale da parte della famiglia Agnelli-Elkann e alla nomina del direttore Maurizio Molinari. In una riunione giovedì scorso i vicedirettori Francesco Bei e Carlo Bonini hanno presentato alcuni nuovi progetti.
“Due gli obiettivi generali. Il primo, far decollare gli abbonati digitali con “un traffico di qualità” e non un traffico qualsiasi, come finora. Il secondo, offrire sulla carta qualità e radicalità di scelte, per motivare all’acquisto. I vicedirettori -riferisce il Cdr- hanno dichiarato la fine del quotidiano “Omnibus”: Repubblica di carta “non avrà più l’ambizione di informare su tutto come è stato il giornale di Scalfari ed Ezio Mauro”. Hanno parlato di un ritorno alle origini del ‘76, quando Scalfari voleva proprio un quotidiano di grandi scelte, senza Sport, Spettacoli, Cronaca. Che non incontrò grande favore e fu quindi pian piano modificato.
[…] Il giornale di carta si farà così: per il 70-80 per cento con i contenuti già pubblicati sul web, per il 20 per cento con commenti o esclusive. Come campagne su temi sociali, per onorare “la funzione civile del giornalismo”.
L’obiettivo di diffusione del giornale di carta non è maestoso: “Perdere non più della media del mercato” (quindi il 9-10 per cento). Ma -nota il Cdr- purtroppo per ora Repubblica perde molto più di tutti gli altri, meno 17 per cento il dato di ottobre.
[…] Bei e Bonini hanno comunicato di aver chiesto al Direttore Molinari di chiudere l’esperienza delle firme in condominio con la Stampa, che appartiene pure a Gedi. Nell’ottica di rafforzare l’identità de la Repubblica “.
Professione Reporter riferisce anche di un forte contrasto tra il vicedirettore Bonini e il comitato di redazione intorno alla competizione di Repubblica con il Corriere della Sera.
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