domenica 21 Maggio 2023
Visto da qui, da un paese in cui si è ancora parlato in questi ultimi anni di “digital first” come innovazione e obiettivo futuro, è interessante considerare quanto sia avanzato questo approccio presso altre testate internazionali. Lo spostamento delle priorità sull’edizione online del New York Times – e sugli abbonamenti digitali – è particolarmente visibile valutando i diversi tempi di pubblicazione degli articoli sul sito e sul giornale di carta: sul secondo vengono frequentemente impaginati e pubblicati articoli che erano usciti tali e quali online il giorno prima e a volte anche due o tre giorni prima (sulle testate italiane maggiori gli articoli che escono sul quotidiano di carta sono ancora praticamente tutti inediti, tutt’al più preceduti da versioni ridotte e sbrigative sul sito).
Prendiamo come esempio l’edizione cartacea (e la sua copia digitale) del New York Times uscita nelle rivendite americane mercoledì 17 maggio. Tra gli articoli presenti nel taglio alto della prima pagina, solo uno riguardava una notizia pubblicata online lo stesso giorno, e rimasta in primo piano anche sulla homepage online. Mentre il resto degli articoli erano tutti usciti sul sito il giorno prima, cioè martedì 16 (la guerra in Sudan o la questione del tetto al debito negli Stati Uniti, per citarne alcuni). Lo stesso discorso vale per le successive venti pagine del quotidiano, riguardanti notizie internazionali e locali: la maggioranza degli articoli erano usciti online il giorno prima, in un caso anche sei giorni prima.
La scelta di riportare sul giornale di carta notizie “selezionate”, spesso di uno o più giorni prima, dimostra come il cartaceo sia passato dall’essere il giornale (nel senso della rappresentazione fisica del lavoro della testata) a uno dei formati di informazione offerti dalla testata, che però sviluppa e produce nuovi contenuti principalmente sul sito e sulla propria app.
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