domenica 26 Febbraio 2023
Il Post ha raccontato più estesamente venerdì il conflitto all’interno del New York Times che Charlie aveva riassunto domenica scorsa. Una lettera firmata da diversi giornalisti e collaboratori del giornale aveva messo in discussione e criticato i modi con cui il giornale stesso si era occupato in passato delle persone trans. Si sono intanto succedute una serie di risposte e di controrisposte che hanno coinvolto la direzione del giornale, altri giornalisti e dipendenti, il sindacato: la sostanza della polemica si è spostata soprattutto sulla difficile convivenza tra la libera e preziosa critica delle scelte del New York Times e la lealtà e correttezza nei confronti del proprio giornale e dei propri colleghi. Da una parte un’idea che “i panni sporchi si lavino in famiglia” e dall’altra il timore che in famiglia i rapporti di potere non consentano di lavarli adeguatamente: in mezzo il sindacato, che dovrebbe tutelare le condizioni di lavoro ma non intervenire a limitare il libero dibattito, e in questo caso le due cose hanno rischiato di sovrapporsi.
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