domenica 16 Aprile 2023
“Paginone centrale” è l’espressione gergale che veniva usata nelle redazioni per definire le due pagine al centro di un quotidiano, stampate sullo stesso foglio, che potevano avere un ruolo protagonista per determinati contenuti o anche una funzione resa possibile proprio dal fatto che il foglio fosse unico e senza discontinuità: una grande foto, un contenuto da estrarre (un calendario, un poster, una carta da regalo, una lista di informazioni utili). Poi a volte il termine è stato usato anche per tradurre il ” centerfold ” di Playboy o di altre riviste, che però era concepito per dispiegarsi su tre pagine.
Adesso, con la perdita di centralità e di diffusione dei quotidiani di carta, simili usi sono più rari: ed è diventata problematica anche la progettazione di ogni doppia pagina all’interno del giornale, perché per chi legge le versioni digitali (che per alcune testate si stanno avvicinando agli stessi numeri di quelle cartacee, e all’estero le hanno spesso superate) non esiste più la visualizzazione di due pagine accoppiate, su smartphone o tablet. È un limite che riguarda molto le inserzioni pubblicitarie, spesso pensate per occupare lo spazio di due pagine con un’unica immagine o un’unica comunicazione: un caso particolare si è manifestato questa settimana con una pubblicità di Netflix appositamente pensata per mettere in relazione una pagina con quella vicina, relazione che nello sfoglio digitale – una pagina per volta – perdeva molto della sua efficacia e risultava anzi un po’ spaesante.
Charlie è la newsletter del Post sui giornali e sull'informazione, puoi riceverla gratuitamente ogni domenica mattina iscrivendoti qui.