domenica 30 Giugno 2024
La giornalista di Repubblica Laura Pertici ha descritto sabato sul suo giornale la pratica di alcuni altri quotidiani – quelli di maggiore partigianeria politica e ideologica – di attaccare i propri avversari irridendo o umiliando il loro aspetto, e di farlo in particolare con le donne.
“La chiamano la foto degli orrori. La chiamano, che ridere, la sinistra pelosa. Ilaria Salis sul sito nicolaporro.it è la “ragazza stagionata”, quella con il “vestitino della prima comunione” o col “pancino scoperto da influencer movimentista che ricorda Pina Fantozzi”. Carola Rackete invece nel commento di Max Del Papa, pubblicato sul portale del vicedirettore del Giornale e conduttore Mediaset, “non è vestita, ha una specie di vestaglietta rossofuoco su polpacci alla Zaccagni e scarpe da jogging. La negazione di una femmina” col suo “pelame forestale” dalle sopracciglia alle ascelle, “e mi fermo qui per carità estetica”.
Anche Libero partecipa con gran divertimento a questa derisione collettiva ma il mattinale distribuito nelle redazioni di destra e dedicato al body shaming non deve aver regalato troppi spunti — e che vuoi dire d’altro, si sarà sghignazzato, basta guardarle no? — e quindi per Rackete si riciclano le medesime immagini, “vestaglia rossa, ricorda il ragionier Ugo che gioca a tennis con Filini”.
Nell’articolo si parla però di ballo dei ributtanti perché la fotografia scattata è quella che a Bruxelles, nel primo giorno da parlamentari nei palazzi d’Europa, mercoledì 26 giugno, ritrae anche Mimmo Lucano, al centro tra Rackete e Salis: nel suo caso l’agguato non ha molto a che fare col fisico, per lui è meglio insinuare dubbi sulla vicenda giudiziaria, basta un accenno alla “polo d’ordinanza naturalmente rosso Guevara su pantaloni stazzonati neri””.
La questione posta da Pertici* è frequente e assai estesa. In particolare su alcuni quotidiani di destra, le donne – soprattutto le donne – di cui si vogliono attaccare le opinioni sono esposte al disprezzo dei propri lettori e lettrici additando presunte o artificiose sgradevolezze estetiche e facendone una colpa, con una specifica attenzione alla scelta di fotografie mal riuscite.
*nessuno si senta assolto dal sessismo: alla ricerca sul nome di Pertici, caporedattrice centrale di Repubblica, Google la suggerisce col titolo di “moglie di Gabriele Corsi”.
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