domenica 12 Settembre 2021
Sono settimane di tensioni a Repubblica, per quanto tensioni previste: la serie di sviluppi editoriali e aziendali avviata dal cambio di proprietà della società editrice, GEDI, iniziata con il cambio di direzione ad aprile 2020, è arrivata alla fase delicata della più grossa riduzione dei dipendenti giornalisti: l’azienda aveva proposto diverse decine di prepensionamenti (tra i 50 e i 60) e le trattative per le loro modalità avevano fatto litigare parte della redazione e del Comitato di Redazione, che a inizio agosto si era dimesso (il Comitato di Redazione, o CdR, è l’organismo interno eletto che in molti giornali rappresenta i giornalisti nei confronti dell’azienda). Una delle questioni più discusse sui prepensionamenti era quella delle nuove assunzioni, che dovrebbero essere una ogni due prepensionamenti: il CdR chiedeva che riguardassero solo giornalisti, mentre l’azienda vuole inserire anche figure tecniche e informatiche.
Per Repubblica sono state le seconde dimissioni di un CdR in breve tempo (le ultime erano state a maggio 2020, dopo il cambio di direzione). Lo scorso 3 settembre è stato eletto il nuovo CdR, dopo molte difficoltà persino a trovare i candidati: un problema frequente negli ultimi anni in cui le strutture e il lavoro delle redazioni si sono molto trasformati. Il nuovo CdR è composto da cinque giornalisti, tre dei quali sono a loro volta prepensionandi, e una delle prime cose che dovrà fare sarà trovare un accordo sui prepensionamenti.
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