domenica 26 Giugno 2022
Sul NiemanLab – sito di informazione sull’innovazione nei media che discende da un’istituzione dedicata e che citiamo spesso su Charlie – uno dei responsabili Joshua Benton ha descritto e provato a spiegare una creativa offerta di abbonamento che il Washington Post ha proposto nei giorni scorsi (tra le molte creative offerte di abbonamento che in questi tempi stanno sperimentando i giornali digitali di mezzo mondo): 50 anni a 50 dollari all’anno, senza aumenti, annullabile quando si vuole. Intutivamente può non sembrare un’idea proficua per il giornale: un prezzo bloccato e tutto sommato moderato per mezzo secolo è probabilmente meno di quanto costerà un abbonamento – se esisteranno ancora gli abbonamenti – già tra dieci anni.
Ma, spiega Benton, la proposta ha altri obiettivi: comunicare il Washington Post come un’istituzione solida che sarà ancora qui nel 2072 e che è qui da un pezzo, a differenza della maggioranza dei maggiori siti di news; comunicare anche la stabilità della sua proprietà e la sua coerenza, in tempi in cui brand famosi cambiano editore e indirizzi con una certa frequenza; limitare la quota di cancellazioni (il “churn”, il problema maggiore dei giornali con gli abbonamenti digitali) con un’offerta economica conveniente e che non suona saggio abbandonare.
(l’offerta è terminata dopo pochi giorni)
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