domenica 1 Dicembre 2024

Nel frattempo ad Askanews

La settimana scorsa i giornalisti dell’ agenzia di stampa Askanews hanno accettato un piano di prepensionamenti deciso dall’azienda per attenuare le proprie difficoltà economiche.
Askanews è un’agenzia di stampa italiana del gruppo A.Be.Te., di proprietà di Luigi Abete, imprenditore ed ex presidente di Confindustria e della Banca Nazionale del Lavoro (e che possiede anche la maggioranza del settimanale Internazionale). Come ogni agenzia di stampa, attraverso propri giornalisti e collaborazioni con altre agenzie di stampa all’estero (e con un piccolo giornale italo americano chiamato La voce di New York), Askanews trova e confeziona notizie, foto e video, fornendoli poi a pagamento ai suoi clienti, tra i quali ci sono il gruppo editoriale RCS, Mediaset, i quotidiani del gruppo Monrif e la rete delle ambasciate italiane all’estero. Askanews ha anche un sito accessibile su cui pubblica una piccola parte delle sue notizie.

Askanews nacque nel 2014 dalla fusione di due precedenti agenzie: ASCA (Agenzia di stampa cattolica associata), di proprietà di Abete dal 1986, e APCOM, che era stata fondata nel 2001 da Lucia Annunziata, ed era diventata una delle agenzie di stampa più importanti d’Italia tra il 2003 e il 2006, sotto la gestione del presidente di Telecom Marco Tronchetti Provera. Ma nel 2006, con il cambio della dirigenza e delle priorità di Telecom, cominciò il declino dell’agenzia, dovuto anche alla generale crisi dell’editoria giornalistica, alla perdita di ruolo delle agenzie di stampa e alla diminuzione dei contratti pubblici.
Le difficoltà continuarono anche dopo la vendita al gruppo A.Be.Te. e quando nel 2014 APCOM ASCA furono unite in A skanews, con una redazione di un centinaio di giornalisti, seconda solo a quella di Ansa . Ma sin dai primi mesi dall’apertura della nuova agenzia, la proprietà usufruì spesso di ammortizzatori sociali per risparmiare sul lavoro giornalistico.

Le condizioni dei giornalisti di A skanews sono peggiorate ancora di più negli ultimi cinque anni. All’inizio del 2019 il gruppo A.Be.Te chiese al tribunale di Roma di avviare la procedura di concordato preventivo, che permette a una società che rischia il fallimento di sviluppare un piano di rientro dai debiti, mentre per un tempo determinato i creditori non possono presentare ingiunzioni di pagamento. Il regime concordatario iniziò per A skanews solo nel 2021, quando, dopo una lunga trattativa, l’azienda e il comitato di redazione si accordarono per evitare nuovi licenziamenti, ma con la conversione dei contratti di tutti i giornalisti in contratti part time. Una decina di dipendenti si è licenziata da allora.

In questi anni inoltre la sede dell’agenzia è stata spostata dal centro di Roma alla periferia della città, in un edificio che ha molti meno posti dei giornalisti ancora attivi in redazione. Per questo i giornalisti di A skanews raccontano di lavorare soprattutto da casa, con il proprio computer e la propria rete internet, e di aziendale hanno solo il telefono.
Nonostante la fine del concordato sia imminente, il gruppo A.Be.Te ha recentemente presentato un ulteriore piano per attenuare la propria crisi, che prevedeva 17 persone in meno, ma l’ha ritirato dopo uno sciopero della redazione. Una trattativa fra il Cdr e la proprietà – con forti tensioni – ha portato quindi al piano dei dieci prepensionamenti, dopo i quali i giornalisti di askanews diventeranno poco più di 50.
Il Cdr di A skanews si è detto molto preoccupato per il futuro dell’azienda, scrivendo in un comunicato che «questo piano di prepensionamenti è l’ultima chiamata per un’azienda che non ha saputo inventarsi nulla per sopravvivere e crescere e ora deve rivedere profondamente il suo modello di gestione per valorizzare finalmente il prodotto giornalistico».

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