domenica 13 Marzo 2022

Meglio non dirsi storyteller

L’inclinazione verso il giornalismo “narrativo” e “letterario”, molto rivendicato da alcuni giornalisti e capace – quando praticato con sapienza – di dare ai lettori grandi pezzi di scrittura coinvolgente e indimenticabile, presenta da sempre grandi rischi di sconfinamento dalla descrizione dei fatti alla fiction. E negli scorsi decenni la celebrazione in altri ambiti della capacità di “raccontare storie”, dello “storytelling”, ha legittimato spesso eccessi in questi sconfinamenti, e tentazioni creative di riempire i vuoti con farina del proprio sacco: “non rovinare una bella storia con la verità”. Adesso una indagine americana aggiunge un pezzetto laterale di cautela a queste tentazioni: dice che quando i lettori si trovano a leggere di un giornalista che si definisce “storyteller” ne diventano più diffidenti: «Mi fa pensare a uno bravo a mentire».

Fine di questo prologo.

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