domenica 11 Febbraio 2024
Per la seconda volta in pochi mesi la direzione del Giornale ha pubblicato un commento critico e risentito nei confronti di membri del governo che hanno querelato il quotidiano: fino a qui niente di anomalo, un politico querela un giornale e quel giornale protesta. Ma in questo caso – distinzione esplicitata dallo stesso articolo – la protesta non contesta una limitazione della libertà di espressione o un’intimidazione censoria, ma usa come argomento polemico il fatto che il Giornale abbia invece abitualmente posizioni vicine o a sostegno del governo, e che quindi le querele mostrino un’irriconoscenza.
“Non ci spaventiamo, non denunciamo ridicoli e inesistenti bavagli, non mettiamo in dubbio la loro libertà di fare ciò che credono e capiamo pure che l’idea maturata nella loro testa di arrotondare con qualche decina di migliaia di euro (nell’improbabile caso di una vittoria in tribunale) i non faraonici stipendi pubblici possa stuzzicare, del resto ognuno tiene famiglia e magari pure casa da ristrutturare. Che un governo di destra, attraverso due suoi rappresentanti, provi a estorcere soldi a giornali che per loro, e direi nonostante loro, hanno combattuto e combattono gratis battaglie epocali contro chi li voleva e li vorrebbe morti, è il segno di quanto il potere possa dare alla testa e fare perdere lucidità”.
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